giovedì 13 settembre 2012
Scritto sulla sabbia
Ciò che è bello , ciò che incanta, solo soffio, tremito sia; ciò che affascina e delizia grazia senza termine sia: nube, fiore, bolla aerea, fuoco fatuo, riso di bimbo, sguardo di donna allo specchio e altre cose varie e mirabili che, svelate, passano via nello spazio d’un istante, lieve brezza, soffio di vento: e noi, tristi, lo sappiamo. Ciò che dura, ciò che è eterno non è a noi ugualmente caro: dura gemma, freddo fuoco, grevi lampi d’aurei lingotti - e le stelle innumerabili, alte e ostili, non somigliano a noi erranti, non raggiungono gli abissi fondi delle anime. Forse l’intima bellezza (così degna che l’amiamo) E’ votata alla rovina: le sta prossima la morte; così, i toni della musica che, sbocciati, già si involano via scompaiono: sono un soffio, sono un flusso, sono una caccia, e in un triste muto alito se neanche per un palpito si trattengono, si domano; ogni nota, appena emessa, già sparisce e fugge via. Così il cuore a ciò che svola e via scorre, a ciò che vive, è fraterno e sottomesso, non a ciò che fermo sta. Presto annoia ciò che dura, pietra, firmamento e gemma; a un eterno andare spingono Noi – alito di anime, come bolle di sapone, sposi al tempo, che non durano, cui la stilla sulla rosa, cui il danzare d’un uccello o il morire d’una nuvola trasvolante, o il bagliore della neve, o arcobaleno, o farfalla già fuggita, o la gioia d’un sorriso che passando non ci sfiora già significa la festa – o sgomento. Si, amiamo chi ci è simile, e lo sappiamo: il vento scrive sulla sabbia.
di Hermann Hesse
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