giovedì 13 settembre 2012
La medusa immortale
La medusa immortale
Fino alla fine dei tempi: è l’unico essere vivente che può definirsi «immortale», nel vero senso della parola. La medusa Turritopsis nutricula è capace di invertire il proprio ciclo biologico e di sfuggire così alla tappa finale del processo di invecchiamento, ovvero alla morte. Ora, la creatura dei mari si sta moltiplicando ad un ritmo inarrestabile. «E’ in atto un’invasione silenziosa nei nostri oceani», avvertono i ricercatori. RITORNA GIOVANE - La scoperta di questo organismo, che potenzialmente può vivere in eterno, risale a qualche anno fa e fu fatta da un team di biologi dell’Università di Lecce. La piccola idromedusa dal nome scientifico Turritopsis nutricula misura un diametro di appena quattro-cinque millimetri. Una volta raggiunta la maturità sessuale e dopo essersi riprodotta, non muore, a differenza di tutti gli altri organismi similari, sostengono gli studiosi. Questa speciale medusa, invece, scende sul fondo e si ritrasforma nello stadio giovanile da cui era stata generata. Insomma, da polipo ridiventa nuovamente medusa, e viceversa. Un processo che in sostanza può definirsi «infinito». Per gli scienziati questo ringiovanimento è reso possibile, a livello cellulare, a causa di un fenomeno conosciuto come «transdifferenziamento». L’ovvia e inevitabile conseguenza è una proliferazione di questa creatura dei mari, affermano i biologi marini sull’inglese TELEGRAFT.«Stiamo rilevando un’invasione silenziosa in tutto il mondo», ha detto Maria Maglietta, dell’istituto di ricerca tropicale Smithsonian a Washington. Questi predatori del mare, originariamente presenti nelle acque calde dei Carabi, si stanno diffondendo velocemente in tutti gli oceani, aiutati anche da «passaggi» inconsapevolmente offerti dalle navi. Ciò dimostra che l’immortalità non è affatto una utopia o un miraggio. In natura esistono esseri, sia animali (come in questo caso) o vegetali che hanno questo “dono”. Un dono che aveva, probabilmente, l’uomo alle origini. Questo se dobbiamo dare atto ai testi biblici, i quali affermano (tra le altre cose) che la specie umana perse l’immortalità a causa del “peccato originale”, se dobbiamo dare credito alla metafora religiosa. Ma questo presuppone anche un’ altra strada, ancora più affasciante. E se per “bypassare” le enormi distanze cosmiche, eventuali civiltà extraterrestri utilizzano metodi similiari alla nostra medusa? Una ipotesi da non lasciar cadere del tutto.
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