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mercoledì 12 dicembre 2012

I GRAFFITI DELLE GROTTE DELL'ADDAURA A PALERMO

La grotta dell'Addaura è un complesso di tre grotte naturali poste sul fianco nord-orientale del Monte Pellegrino a Palermo, in Sicilia.
L'importanza del complesso è determinata dalla presenza di incisioni rupestri databili fra l'Epigravettiano finale e il Mesolitico. Sul fianco del Monte Pellegrino, che domina Palermo, si aprono alcune grotte e cavità nelle quali sono state ritrovate ossa e strumenti utilizzati per la caccia che attestano la presenza dell'uomo, che le ha abitate, a partire dal Paleolitico e nel Mesolitico.
I reperti adesso sono conservati nel Museo Archeologico di Palermo. La loro importanza tuttavia è dovuta soprattutto alla presenza di uno straordinario complesso di incisioni rupestri che ornano le pareti e che costituiscono un caso unico nel panorama dell'arte rupestre preistorica.

Storia :
Il ritrovamento dei graffiti dell'Addaura è recente ed è stato del tutto casuale. Le tre grotte che costituiscono il complesso dell'Addaura erano già state studiate dai paletnologi dato che in esse era stato ritrovato lo scheletro di un elefante nano.
Fu dopo lo sbarco in Sicilia e l'arrivo a Palermo nel 1943 che gli alleati, in cerca di un sito idoneo, avevano destinato le grotte a deposito di munizioni ed esplosivi.
Lo scoppio accidentale dell'arsenale a fine guerra provocò lo sgretolamento delle pareti della grotta principale e il crollo di un diaframma di roccia portando alla luce i graffiti fino ad allora coperti dalla patina del tempo. I graffiti vennero studiati accuratamente dalla professoressa Jole Bovio Marconi i cui studi furono pubblicati nel 1953.
Dal 1997 le grotte dell'Addaura non sono più visitabili; il sito è stato chiuso per il pericolo di caduta massi data l'instabilità del costone roccioso.
Fin'oggi non sono state messe in opera le opportune misure di consolidamento.
Le incisioni rupestri: In una delle grotte si trova un vasto e ricco complesso d'incisioni, databili fra l'Epigravettiano finale e il Mesolitico, raffiguranti uomini ed animali. In mezzo ad una moltitudine di bovidi, cavalli selvatici e cervi, viene rappresentata una scena dominata dalla presenza di figure umane: un gruppo di personaggi, disposti in circolo, circonda due figure centrali con il capo coperto ed il corpo fortemente inarcato all'indietro.
È proprio sull'identità di questi due personaggi e sul significato della loro posizione all'interno del gruppo che sono state avanzate le ipotesi più contrastanti.
Secondo alcuni studiosi si potrebbe trattare di acrobati colti nell'atto d'effettuare giochi che richiedono una particolare abilità.
Secondo altri è stata descritta la scena di un rito, che prevedeva il sacrificio di due persone guidato da uno sciamano.
Per suffragare quest'interpretazione è stata messa in evidenza la presenza, intorno al collo e ai fianchi dei personaggi, di corde che costringono il corpo ad un innaturale e doloroso inarcamento.
Si tratta forse di un rito che prevede l'auto strangolamento, cosa che peraltro è attestata in altre culture. Se si volesse seguire questa spiegazione, si dovranno leggere le due figure mascherate, che circondano i due personaggi sacrificati, come sciamani che assistono ad una cerimonia d'iniziazione.
Le incisioni dell'Addaura rappresentano un ciclo figurativo del massimo interesse per l'inconsueta attenzione dedicata alla rappresentazione scenografica dell'ambiente, un caso limite in tutta l'arte paleolitica.
Il trattamento della figura umana, pur nell'ambito di una corrente stilistica presente nel bacino del Mediterraneo, in particolare a Levanzo, (Grotta del Genovese) e nella provincia franco Cantabrica e pur impiegando le stesse tecniche, nella grotta dell'Addaura è qualcosa di assolutamente nuovo per moduli stilistici e per spirito rispetto agli altri ritrovamenti.

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