Storia del cacao e del cioccolato
La storia del cacao è legata alla pianta di cacao che, secondo alcune ricerche botaniche, si presuppone fosse presente già 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e nell’Orinoco. Le prime coltivazioni di cacao furono effettuate dai Maya indicativamente nel 1000 A.C. e successivamente anche gli Atzechi si dedicarono alla coltura del cacao e alla produzione della cioccolata, associando il cioccolato alla dea della fertilità.
Oltre ad un impiego liturgico e cerimoniale, nelle Americhe il cioccolato veniva consumato come bevanda, chiamata xocoatl, spesso aromatizzata con peperoncino, vaniglia e pepe; tale bevanda era ottenuta a caldo o a freddo con l'aggiunta di acqua e eventuali altri componenti addensanti o nutrienti, quali farina di mais e minerali e miele.
La bevanda aveva l'effetto di alleviare la sensazione di fatica, effetto probabilmente dovuto alla teobromina in esso contenuta.
Nell’epoca pre-colombiana nelle zone dell’America Centrale i semi di cacao erano usati come moneta di scambio e anche come unità di misura.
Il cacao veniva consumato durante le cerimonie religiose e veniva offerto insieme all’incenso come sacrificio alle divinità.
La civiltà europea venne a conoscenza del cacao solo nel 1502 grazie a Cristoforo Colombo; questi, durante il suo quarto e ultimo viaggio in America, sbarcò in Honduras ed ebbe l'occasione di assaggiare una bevanda a base di cacao. Al suo ritorno, portò con sé alcuni semi di cacao da mostrare a Ferdinando ed Isabella di Spagna, ma non diede alcuna importanza alla scoperta, probabilmente non particolarmente colpito dal gusto amaro della bevanda. Solo con Hernàn Cortéz nel 1519 si ha l'introduzione del cacao in Europa in maniera più diffusa. Egli arriva nel Nuovo Mondo proveniente dalla Spagna e la popolazione locale lo scambia per il Dio Quetzalcoatl, che, secondo la leggenda, sarebbe dovuto tornare proprio in quell'anno. L'imperatore Montezuma allora, lo accoglie a braccia aperte e gli offre un'intera piantagione di cacao coi relativi proventi.
Nel 1585 arrivò il primo carico documentato di cacao a Siviglia, città nella quale aveva sede il “Reale consiglio delle Indie” attraverso cui la corona spagnola controllava tutti i traffici commerciali, l’amministrazione , gli aspetti militari e religiosi delle proprie colonie d’oltre oceano.
Il cioccolato veniva sempre servito come bevanda, ma gli ordini monastici spagnoli, depositari di una lunga tradizione di miscele e infusi, ci aggiunsero la vaniglia e lo zucchero per correggerne la naturale amarezza . Per tutto il '500 il cioccolato rimane un'esclusiva della Spagna, che ne incrementa le coltivazioni.
Il cacao arriva in Italia solo nel '600 grazie ad un commerciante di Firenze e nello stesso periodo viene diffusa nel resto dell'Europa.
Nel XVII secolo divenne un lusso tra i nobili d'Europa e gli Olandesi, abili navigatori, strapparono agli Spagnoli il controllo mondiale e il predominio commerciale.
Fino a tutto il XVIII secolo il cioccolato viene considerato la panacea di tutti i mali, e gli si attribuiscono virtù miracolose. Il Brasile, la Martinica e le Filippine aumentano la coltivazione di cacao; contemporaneamente molte città europee si pregiano della fama per la lavorazione del cioccolato, dove poco alla volta la preparazione di bevande al cioccolato diventa una passione per molti.
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