Nozze deriva dal latino "pubere" che significa avvolgersi in una nube (sottinteso il velo), allusione al velo giallo zafferano che copriva la sposa romana in segno di protezione.
Meno romantico il termine "matrimonio" (contratto, alleanza ufficializzata per avere figli).quanto alla luna di miele, è un modo di dire di origine romana.
Gli sposi dovevano cibarsi di miele per tutta la durata di una lunazione.
Venere è sposa di Vulcano, ma consuma movimentati giochi con Marte.
Iside, invece, è così innamorata del marito Osiride che riesce a riunificate le membra disperse e a partorirgli un figlio.
Hera ritorce con musi e dispetti le corna del marito Zeus, ma se lo tiene stretto.
Peggio fa il gelosissimo Plutone, che rapisce la fanciulla Proserpina e la sposa imprigionandola nel suo palazzo.
Le storie sentimentali degli dei riflettono i comportamenti amorosi degli uomini, con colpi di fulmine, tradimenti, rotture, nonché tutte le pecche e le delizie dei matrimoni.
Un usanza è che lo sposo, giunto alla nuova abitazione, sollevi la moglie tra le braccia per farle oltrepassare la soglia senza irritare gli spiriti della casa,è un atto magico, riflesso di antichi rituali di passaggio.
A tutti gli effetti il matrimonio è un passaggio iniziatici che sottolinea un cambiamento di condizione, abitudini e stato sociale."quo men" significa sia sposarsi sia oltrepassare la soglia.
Una leggenda orientale affida il compito dell'unione a un vecchio abitante di un monte impervio, il cui lavoro consisteva nel legare col filo rosso della felicità la gamba di un bambino e di un bambina destinati, una volta cresciuti, a formare una coppia.
Il lancio del riso,secondo il rito cinese, è il dono di un buon genio della palude che sacrifica i suoi denti per salvare gli uomini dalla carestia. Per magia dall'acqua nascono piantine di riso, simbolo di abbondanza, fertilità e fortuna.
Nell'antica Grecia, gennaio era il mese dedicato alle nozze ed il perno della cerimonia erano l'addio al passato e i gesti bene augurali per il futuro.
La ragazza sacrificava le chiome e bruciava i giochi d'infanzia, poi, assieme allo sposo faceva un bagno con acqua di fiume dalle supposte virtù fecondatrici. Seguiva il banchetto nuziale a base di fichi, datteri, mandole e dolci di sesamo, ritenuti afrodisiaci.
A casa la sposa assaggiava uno spicchio di melagrana, rivivendo il mito di Plutone e Persefone.
Infine di corsa al talamo, dopo aver appeso sulla soglia 2 potenti simboli di fecondità.. pestello e tegame
Nell'antica Roma. la data era stabilita dall'augure: un giorno al mese propizio (giugno o settembre, mentre erano proibiti maggio ed agosto, perché dedicati ai morti).
Era lei, la futura sposa, avvolta in un velo giallo zafferano, a pronunciare la formula di rito " ubi tu Cais, ego Caia".
Solenne promessa di seguire il marito ovunque e comunque. Una stretta di mano tre i due sanciva il patto, seguiva il banchetto e il ritorno, a sera, alla nuova casa, dove toccava allo sposo sollevare la moglie oltre la soglia, perché non inciampasse.
Qui le porgeva i doni.fuoco e acqua, simboli del sole e della rugiada, alcune monete d'oro, auspicio di una via equilibrata
freschezza, calore e ricchezza e la chiave dell'alloggio di cui sarebbe divenuta signora.
In Israele . il rito lungo un anno. Il primo passo è la firma della "ketubah", il contratto matrimoniale scritto in aramaico su pergamena..quindi gli sposi si recano insieme dal rabbino, sotto il baldacchino rosso dove ricevono la benedizione, scambiandosi gli anelli.
Il passo successivo si chiama "nissim" e a luogo un mese o persino un anno più tardi: lo sposo indossa il "tallith", mantellina da preghiera in lana o in seta con il quale copre anche la sposa, quasi fossero sotto una tenda in ricordo dell'antico nomadismo.
Seguono 6 benedizioni rabbiniche e quindi il banchetto, dove gli sposi brindano e poi frantumano i bicchieri in ricordo della distruzione del tempio si Salomone e a simbolo della rottura con il passato per iniziare una nuova vita.
In Giappone.Prima di raggiungere lo sposo davanti all'altare delle divinità shinto, la fidanzata giapponese, avvolta in un kimono bianco e con un panno bianco ripiegato sul capo, fa la solenne promessa di non tormentare mai il marito con la sua gelosia.
Durante il banchetto..un brindisi "sansankudo".. gli sposi devono insieme 9 sorsi di liquore di riso per aprire la porta della loro casa alla felicità.
Il rito nuziale gitano .. il capofamiglia spezza il pane, lo cosparge di sale e lo porge alla coppia dicendo "Quando sarete stanchi di questo pane e di questo sale, che è simbolo di ricchezza e di fecondità, sarete stanchi anche l'uno dell'altro". Per assicurarsi la fedeltà della sposa, il marito la invita a camminare su alcuni dischi di legno di tiglio, ciascuno dei quali reca inciso un simbolo augurale.
Durante il banchetto , gli sposi devono rompere una marmitta di coccio piena di grano. I frammenti dovranno essere conservati con cura, fino a che ne rimarrà almeno uno l'unione durerà.
(tratto da Airone, 2010)
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