La vita sulla Terra
è arrivata da altri pianeti?
La vita sul nostro pianeta potrebbe aver avuto origine da microrganismi giunti sulla Terra dopo aver viaggiato nello spazio per milioni di anni. Gli scienziati della Princeton University, della University of Arizona e del Centro de Astrobiología (CAB) in Spagna sostengono - in una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Astrobiology - di aver trovato una prova a supporto di questa teoria, detta lito-panspermia. I microrganismi sarebbero stati portati sulla Terra grazie a frammenti di altri pianeti scagliati nello spazio in seguito a eruzioni vulcaniche o collisioni con altri oggetti celesti e poi catturati dalla gravità del nostro sistema planetario.
I ricercatori sono arrivati alla conclusione che è molto probabile che la vita sia stata portata sul nostro pianeta - o viceversa si sia diffusa dalla Terra ad altri pianeti - durante l'"infanzia" del Sistema Solare, quando la Terra e i pianeti extrasolari erano abbastanza vicini da riuscire a scambiarsi materiale solido grazie ai meteoriti.
A quel tempo - diversi miliardi di anni fa - il Sole si sarebbe trovato nel suo ammasso stellare originario, e la Terra e i vicini sistemi planetari sarebbero stati sottoposti a un pesante bombardamento meteoritico, spiega Amaya Moro-Martin, astrofisico del CAB e co-autore dello studio.
Belbruno, Moro-Martin e colleghi hanno preso in considerazione una nuova ipotesi: un processo a bassa velocità chiamato "trasferimento debole", in cui gli oggetti solidi possono muoversi a velocità relativamente bassa - intorno ai 100 metri al secondo - e portare così a uno scambio di minerali e forse di forme di vita tra un pianeta e l'altro.
Secondo i ricercatori, la lito-panspermia si sarebbe verificata quando il Sistema Solare si trovava ancora all'interno dell'ammasso stellare che ha dato origine al Sole, con le stelle vicine le une alle altre che si muovevano lentamente.
Lo studio, inoltre, afferma che alcuni di questi oggetti potrebbero aver trasportato forme di vita capaci di "contagiare" pianeti lontani. Microrganismi come le spore batteriche, infatti, avrebbero potuto facilmente sopravvivere al lungo viaggio nello spazio, nonostante gli elevati livelli di radiazione cosmica e ultravioletta. Un fattore importante, osserva Moro-Martin, sono le dimensioni del corpo roccioso: più è grande, maggiore è la possibilità che le forme di vita che ospita possano restarvi annidate il tempo sufficiente per sopravvivere a un viaggio interstellare.
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