lunedì 22 ottobre 2012
Gioielli antichi
I gioielli antichi parlano della storia dell’uomo. Fin dalla preistoria l’uomo ha sempre realizzato monili nei materiali più pregiati, come simbolo del potere o dal forte significato religioso. Con l’avvento della civiltà nuove tecniche di lavorazioni hanno permesso la creazioni di veri capolavori. Basta ricordare il corredo funebre di Tutankhamon, collezione di gioielli antichi che farebbe impallidire i reali di tutto il mondo. Ogni civiltà ha visto nei gioielli il simbolo del potere e della regalità, ma anche protezione dal male, come dei veri talismani. Misteri, leggende e lusso: tutto questo sono i gioielli antichi. Vediamo qualche esempio.
Talismano di Carlo Magno
Considerato uno dei gioielli antichi, nonché reliquia, più importante d’Europa, Il Talismano di Carlo Magno appartenne all’imperatore che lo indossava sempre come protezione e per il suo forte significato religioso. In oro con al centro due zaffiri chiari tagliati a cabochon, circondato da smeraldi, perle e granati, secondo la leggenda contiene pezzi della vera croce di Cristo. Il sovrano ne era così affezionato da farsi seppellire con esso, fino al 1166 quando fu rinvenuto all’apertura della sua tomba. Sempre secondo la leggenda il prezioso talismano, che oggi fa parte dei tesori della Cattedrale di Reims, in Francia, dopo essere rimasto in possesso della famiglia Bonaparte fino al 1920, fu donato a Carlo Magno dal sultano Harun Al-Rashid.
Diamante blu Hope
Dalla fortuna alla sorte più nera. È il destino del diamante blu Hope che, a dispetto del nome, è circondato da un alone di mistero, morte e omicidi. Di un insolito e profondo colore blu, il diamante da 112 carati proviene dall’India e fu acquistato nel 1688 da un mercante francese, Jean-Baptiste Tavernier, anche se leggenda vuole che fu lui stesso a toglierlo dalla statua del dio indiano Rama-Sitra. Per la sua bellezza e rarità passò nelle mani di re e regine, ma tutti i suoi proprietari subirono sorti tremende. In tempi più recenti Cartier lo acquistò e lo donò all’allora proprietario del Washington Post Edward Beale. Dopo l’ennesima tragedia, il diamante venne acquistato dal gioielliere Henry Winston che lo donò allo Smithsonian Institute di Washington dove è custodito oggi.
Le uova Fabergé
Tra i gioielli antichi le uova Fabergé sono un esempio dell’evoluzione delle maestranze nel corso dei tempi. La maison, fondata nel 1842 a San Pietroburgo, deve il suo successo alla creazione delle famose uova, tra i regali preferiti dagli zar. Il primo fu commissionato dallo zar Alessandro III per la moglie e fu realizzato da Peter Carl Fabergé, figlio del fondatore. Usando la tecnica delle matrioske, l’uovo in smalto bianco conteneva un tuorlo d’oro che a sua volta aveva al suo interno una piccola gallina d’oro e rubini al posto degli occhi dentro cui c’era una copia della corona imperiale contenente un rubino a forma d’uovo. Con l’avvento della Rivoluzione Russa le uova si dispersero per l’Europa (i reale inglesi ne sono affezionati collezionisti), ma il primo uovo è tornato in Russia, acquistato dal miliardario Viktor Vekselberg
La corona della regina Maria e il diamante Koh-i-Noor
I reali britannici vantano una collezione di gioielli, antichi e moderni, unica al mondo. Oltre a possedere i diamanti Cullian I e il Cullian II, tra i più grandi del mondo, la collezione vanta anche il Koh-i-Noor. Lo splendido diamante a forma ovale da 108 carati proviene dall’India. Quando la regina Vittoria venne proclamata imperatrice d’India il diamante entrò a far parte della collezione reale. Anche questa pietra ha fama oscura, ma solo per gli uomini: la leggenda vuole che porti felicità e benessere a tutte le donne che la indossano. Per questo venne montata sulla corona della regina Maria, consorte di Giorgio V, realizzata dai gioiellieri Garrard & Co. La regina fu l’ultima a indossarla e ora la pietra fa parte della collezione reale.
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