RIPORTO QUI DI SEGUITO UN ARTICOLO MOLTO INTERESSANTE DEL DOTT. SPECIANI
Intorno all'Alzheimer e al declino cognitivo si sta chiudendo un cerchio sempre più stretto. Per anni la ricerca ha cercato di trattare soprattutto gli effetti finali della malattia anziché pensare alle cause ambientali e alimentari che le provocano.
Cercare le cause di una malattia con una
visione più allargata, che convolga anche le cause modificabili, quelle legate
ai comportamenti, porta spesso a risultati sorprendenti e inattesi.
Ora infatti si sta scoprendo che la causa
dell'invecchiamento e del declino cognitivo è strettamente correlata con
l'attivazione di un processo infiammatorio e con lo stimolo di un fattore
nucleare chiamato NF-kB.
Detto così dice qualcosa di interessante
solo per medici e ricercatori, ma in pratica, traducendo dal
"medichese" all'italiano, significa che l'infiammazione dovuta al
rapporto con l'ambiente (cibo, eccesso di carboidrati, ambiente inquinato ecc.)
può essere la causa dell'invecchiamento precoce, di molti squilibri ormonali e
dell'Alzheimer.
Soprattutto significa che su questi
aspetti si può intervenire anche senza farmaci. Questi disturbi, cambiando
comportamenti, possono essere modificati o trattati.
Già nei mesi scorsi abbiamo riportato
lavori che legano
l'invecchiamento, l'Alzheimer e il declino cognitivo all'aumento della glicemia
basale, definendo la relazione tra resistenza insulinica e malattia.
Insomma, chi mangia carboidrati in eccesso e ha la glicemia alta rischia questo
tipo di declino della memoria in modo molto più elevato di chi mangia bene.
Nei mesi scorsi una ricerca
pubblicata su Nature ed effettuata dal gruppo di ricerca dell'Albert
Einstein College of Medicine di New York ha potuto dimostrare nei topi la centralità
dell'ipotalamo (punto di regolazione di tutta la sfera ormonale, dalla
fertilità alle mestruazioni alla stanchezza e alla funzione tiroidea) nei
fenomeni di invecchiamento (Zhang G et al, Nature. 2013 May 9;497(7448):211-6.
doi: 10.1038/nature12143. Epub 2013 May 1).
In pratica l'attivazione
dell'infiammazione per mezzo del TNF alfa (citochina analoga al
BAFF) porta a stimolare questo fattore nucleare chiamato NF-kB che a sua volta
inibisce la produzione regolare degli ormoni, come ormai è chiaro anche per altri
disturbi ormonali come quelli della tiroide.
Quando questo fattore che si trova nel
nucleo della cellula si attiva, attraverso lo stimolo infiammatorio, nascono
risposte che possono portare al diabete, all'obesità e al cancro e ovviamente
favorire l'invecchiamento e l'alterazione della memoria.
Quando i ricercatori hanno reinserito nei
topi infiammati e contemporaneamente incapaci di svolgere i comuni test
"mentali" in cui i topi sono abili, quegli ormoni che vengono
bloccati da NF-kB, i topini hanno ripreso a fare funzionare il cervello in modo
"giovanile" ed efficace.
Significa che l'elemento principale per
attivare la prevenzione è quello di controllare
l'infiammazione da cibo, aumentare le proprie difese dalle
sostanze tossiche, e controllare
l'alimentazione per evitare la resistenza insulinica (che significa
tra l'altro, controllare l'eccesso di peso, mangiare integrale, e fare attività
fisica).
Dicevamo che il cerchio intorno
all'Alzheimer si sta stringendo grazie alla comprensione dei meccanismi legati
all'ambiente, su cui possiamo intervenire con cambi di comportamenti e con
l'utilizzazione di sostanze nutriceutiche che hanno la capacità di ridurre
l'azione di NF-kB e di controllare l'infiammazione, come Curcuma,
Olio di
Perilla, Nigella sativa, Vitamina D3.
Da anni, nel nostro centro (SMA) di
Milano usiamo un approccio integrato per questo tipo di problemi, lavorando
sull'infiammazione alimentare, sull'attività fisica e sulla corretta
integrazione per accompagnare le persone verso un miglioramento del proprio
stato attraverso specifici percorsi terapeutici per il controllo del sovrappeso o della funzione tiroidea.
Si tratta di scelte semplici che possono
dare, da subito, risultati importanti nel mantenere viva la memoria, attivo il
sistema ormonale e contrastare i fenomeni di invecchiamento in genere.
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