mercoledì 18 settembre 2013
Abel Tasman
Abel Janszoon Tasman (Lutjegast, 1603 – Giacarta, 10 ottobre 1659) è stato un navigatore, esploratore e cartografo olandese. Conosciuto soprattutto per i viaggi che intraprese nel 1642 e 1644 al servizio della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, fu il primo europeo a raggiungere le isole della Tasmania e della Nuova Zelanda, e ad avvistare le Isole Figi.
Tasman, il suo navigatore Visscher e il mercante Gilsemans realizzarono carte geografiche di ampie zone dell'Australia, della Nuova Zelanda e delle isole dell'Oceano Pacifico che incontrarono.
Tasman nacque a Lutjegast, nella provincia di Groninga in Olanda, nel 1603.
Le prime notizie che si hanno di lui sono databili 1631, quando, mentre lavorava ad Amsterdam, sposò Jannetjie Tjaers.
In breve tempo finì al servizio della Compagnia delle Indie Orientali, e nel 1634 fu secondo ufficiale di una nave mercantile in partenza dalla colonia olandese di Batavia (odierna Giacarta) per le Isole Molucche.
Nel luglio di quello stesso anno fu promosso capitano di una piccola nave, la Mocha.
Visitò l'Olanda nel 1637, e tornò a Batavia nel 1638, portando sua moglie con sé.
Nel 1639 Tasman partecipò come secondo ufficiale ad una spedizione di esplorazione nel nord del Pacifico; la flotta era composta dalle navi Heemskerk e Zeehan. Dopo numerose peripezie, la spedizione raggiunse Formosa (attuale Taiwan), a novembre, ma quaranta persone su un equipaggio di novanta erano morte.
Seguirono altri viaggi, tra cui uno in Giappone nel biennio 1640-1641, e uno, nel 1642, a Palembang, sull'isola di Sumatra, dove Tasman riuscì ad condurre a buon fine una trattativa economica con il sultano locale.
In seguito a questi successi, nell'agosto 1642 Tasman fu messo a capo di una nuova spedizione, con l'importante e difficile compito di trovare le “sconosciute terre del sud”, che si credeva si trovassero da qualche parte nel sud dell'Oceano Pacifico, ma che non erano ancora mai state viste da nessun esploratore europeo.
Tasman così partì, e si diresse per prima cosa verso l'isola di Mauritius; superato questo punto di sosta intermedio, salpò verso est, dove presumeva si trovasse la costa ovest dell'Australia (solo questa parte del continente era conosciuta agli olandesi: l'intera costa sud non era mai stata esplorata).
Il 24 novembre 1642 Tasman avvistò la costa occidentale della Tasmania, probabilmente nei pressi di Macquarie Harbour.
La nuova terra fu chiamata Antony Van Diemen's Land, dal nome del governatore delle Indie Olandesi.
Tasman procedette verso sud, fino all'estremità meridionale dell'isola, e poi si diresse verso nord-est, fino a toccare la penisola più estrema in quella direzione (la Forestier's Peninsula).
In quel luogo l'equipaggio provò a scendere a terra, ma le cattive condizioni del mare non lo permisero; ma il 3 dicembre 1642 il carpentiere riuscì a raggiungere la riva e a piantare la bandiera olandese, prendendo così formalmente possesso dell'isola.
A questo punto Tasman decise di procedere in direzione nord, ma a causa del vento contrario fu costretto a ripiegare verso est; e fu così che, il 13 dicembre 1642, avvistò la costa dell'isola sud della Nuova Zelanda.
L'esploratore navigò ancora più a est, e nove giorni più tardi chiamò la terra Staten Landt, pensando che l'isola fosse in qualche modo connessa con un'altra isola, la Staten Island in Argentina, all'estremità meridionale del Sud America.
Procedendo lungo la costa occidentale, prima verso nord e poi verso nord-est, una delle sue navi fu attaccata da alcuni Maori a bordo di canoe da guerra, e quattro membri dell'equipaggio furono uccisi. Si è recentemente pensato che alcuni dei marinai di Tasman, il 16 dicembre 1642, possano essere scesi brevemente a terra, ma nessuna fonte ufficiale conferma questa ipotesi.
Tasman chiamò il luogo dell'attacco Murderers' Bay (oggi Golden Bay), e navigò verso nord, ma stranamente scambiò lo Stretto di Cook per una baia (e lo chiamò Zeehaen's Bight).
Due dei nomi dati da Tasman sussistono ancora in Nuova Zelanda: si tratta di Cape Maria Van Diemen e Three Kings Islands.
Durante il viaggio di ritorno, il 21 gennaio 1643, Tasman attraversò l'arcipelago delle Tonga. Ma mentre la spedizione attraversava le Isole Figi, le navi andarono molto vicine al naufragio: rischiarono infatti di finire distrutte su una scogliera, all'interno di una baia, ma il pericolo fu evitato.
Alla fine, Tasman si diresse verso ovest, costeggiò la Nuova Guinea, ed arrivò a Batavia il 15 giugno 1643.
Tasman intraprese un secondo viaggio verso le nuove terre nel 1644, al comando di tre navi (la Limmen, la Zeemeeuw e la Braek). Seguì la costa sud della Nuova Guinea in direzione est. Ma quando fu in vista dello Stretto di Torres, tra l'Australia e la Nuova Guinea, non lo attraversò, e preferì continuare il viaggio verso sud, lungo la costa dell'Australia.
Realizzò mappe geografiche di tutta la fascia costiera settentrionale dell'Australia, facendo osservazioni sul posto e sui suoi abitanti.
Dal punto di vista della compagnia presso cui lavorava, i viaggi di Tasman furono un insuccesso: l'esploratore non trovò né una terra promettente per il commercio, né delle utili nuove vie commerciali. E infatti per oltre un secolo, fino all'era di James Cook, la Tasmania e la Nuova Zelanda non furono più visitate dagli Europei.
Il 2 novembre 1644 Tasman fu nominato membro del consiglio di giustizia di Batavia.
Tornò a Sumatra, nel 1646, e nell'agosto 1647 si recò in Siam. Nel maggio 1648 partecipò ad una spedizione verso Manila, con lo scopo di intercettare e saccheggiare delle navi spagnole provenienti dall'America con carichi d'argento; ma non ebbe successo, e tornò a Batavia nel gennaio dell'anno successivo.
Nel novembre 1649 fu accusato e riconosciuto colpevole di aver impiccato uno dei suoi uomini senza processo; fu sospeso dal suo incarico di comando, fu multato, e fu obbligato a pagare un risarcimento ai parenti della vittima.
Il 5 gennaio 1651 fu formalmente reinvestito del suo ruolo, ma preferì passare gli ultimi anni della sua vita a Batavia.
Era in buone condizioni economiche, essendo uno dei più grandi proprietari terrieri della città.
Morì a Batavia il 10 ottobre 1659, assistito dalla seconda moglie e da una figlia.
Le sue scoperte furono importantissime, ma passarono praticamente inosservate per più di cento anni.
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