Un esemplare di Ginkgo biloba.
Si tratta di un vero e proprio fossile vivente, poiché è un rappresentante dell'unica specie ancora sopravvissuta della famiglia delle Ginkgoaceae,
E' un vegetale che appartiene alle Gimnosperme, piante i cui semi non sono protetti dall'ovario.
Gli esemplari femminili di questa singolare specie producono delle strutture a forma di albicocca che non sono in realtà dei veri e propri frutti, ma solo semi ricoperti da un involucro carnoso.
La pianta ha un portamento arboreo importante, potendo raggiungere anche i 30 o 40 metri di altezza, ma ciò che la rende particolarmente interessante è il fatto che, oltre ad essere l'ultimo rappresentante di un intero ordine, vanta una "anzianità" notevolissima, in quanto le sue origini risalgono a ben 250 milioni di anni fa.
La pianta, originaria della Cina, viene chiamata albero di capelvenere o ginkgo.
Il nome Ginkgo, «albicocca d'argento») questo nome è stato attribuito alla specie dal famoso botanico Carlo Linneo nel 1771 nella sua prima pubblicazione botanica.
Il nome della specie (biloba) deriva invece dal latino bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie, a forma di ventaglio.
La Ginkgo è una gimnosperma e per questo non presenta dei fiori come abitualmente li intendiamo.
Le Gimnosperme non hanno fiori ma portano delle strutture definite coni o strobili o, come in questo caso squame modificate (i coni da un punto di vista funzionale si possono considerare simili a dei fiori per omologia). È una pianta dioica cioè che porta strutture fertili maschili e femminili separate su piante diverse.
Negli strobili maschili i microsporangi sono portati a coppie su microsporofilli, disposti a spirale su un asse allungato.
L'impollinazione è anemofila cioè pianta che viene impollinata dal vento
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