Nel Golfo di Sant'Eufemia, vi è una piccola grotta uno spettacolo unico nel suo genere. La chiesetta di Piedigrotta tra mito e leggenda, Arte, religione, antropologia e cultura, un mix perfetto che ha permesso di rendere nel tempo "A Madonneja" uno dei luoghi più belli e amati in tutto il mondo. Scendendo per la scali¬nata in granito locale ci si incammina lungo un sentiero giù fino alla chiesetta. Dalla continua e nuda roccia piena di conchiglie, si passa ad una serie di profondità, bene articolate e complesse, con vari gruppi di statue e affreschi.
La storia dice che una nave naufragò ad un miglio a nord di Pizzo alla fine del ‘600 e l’equipaggio fece voto che avrebbe costruito un luogo sacro se si fosse salvato. Passato il pericolo, il mare depositò sul bagnasciuga un piccolo quadro della Madonna di Pompei, protettrice dei marinai napoletani, che si trovava sulla nave. Così venne scavata la chiesetta nel tufo e sul piccolo altare fu deposto il quadro. Tra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale, due artisti locali Angelo Barone e il figlio Alfonso ingrandirono la grotta a colpi di piccone e l’arredarono con diversi gruppi di statue riproducenti scene delle Sacre Scritture.
Il primo gruppo raffigura la Madonna di Pompei sopra un altare. Poi c’è un presepe; un affresco che rappresenta l’intero tratto di costa calabrese; San Giorgio con il drago; Bernadette inginocchiata in preghiera. Ma sono presenti anche figure non propriamente sacre: Kennedy, papa Giovanni XXIII, Fidel Castro.
Sono anche presenti molte scene delle Sacre Scritture: la moltiplicazione dei pani e dei pesci, episodi del vangelo, della vita dei santi. In tutto sono un centinaio di statue, molto suggestive perché i loro volti, ormai vecchi, privi di colori, sembrano assumere un colorito ed una espressione col riflesso della luce dorata del sole di Calabria, che penetra nelle fessure delle rocce.
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