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sabato 30 gennaio 2021

Il lago Titicaca e le isole galleggianti degli Uros


 

Al centro del Titicaca, il lago più alto del mondo, si trovano le isole galleggianti degli Uros che conservano la loro cultura tradizionale intatta così come quando fuggirono dagli Inca

Il Lago Titicaca è il bacino d’acqua che si trova alla maggiore altitudine del pianeta.
Sulle sue acque blu profondo si stagliano i profili della catena montuosa andina e offre uno spettacolo ineguagliabile per singolarità e ricchezza di peculiarità naturalistiche, storia, tradizioni e cultura autoctona degli abitanti delle isole galleggianti degli Uros.

Il Titicaca è il lago navigabile più alto del mondo, questo lago dalle acque di un profondo blu è da sempre la culla delle culture degli altopiani.
Qui vissero prima pukara, tiwanaku e colla, infine gli incas, oggi invece è popolato dai campesinos, i contadini boliviani che praticano un’agricoltura ancora del tutto manuale, le donne colorano il paesaggio lavorando nei campi indossando ampie sottane e cappelli a bombetta

La regione si presenta come un mosaico di cattedrali in rovina, desolati altopiani e campi a scacchiera che si stendono sotto l’imponente sfondo della catena montuosa delle Ande dove i cieli azzurrissimi si alternano alle scure notti gelide.

Il lago si estende tra Perù e Bolivia con una superficie di 8.330 chilometri quadrati a un’altezza di 3.812 metri sul livello del mare.
La sua profondità massima è 281 metri e la temperatura delle sue acque varia dagli 11 ai 14° centigradi, per cui, nonostante l’altitudine elevata, non congela mai.


Il Lago Titicaca è un’importante riserva naturale, creata nel 1978 per proteggere la fauna e la flora di questo particolare ecosistema andino.
Il lago si presenta circondato da una folta vegetazione caratterizzata prevalentemente da “totora”, una specie vegetale che appare di un materiale simile alle canne di bambù e che galleggia sull’acqua.

La riserva ospita anche oltre 150 specie di fauna locale di cui la più rappresentativa è probabilmente costituita dalle specie volatili come: analtre selvatiche, fenicotteri e keñola. Tra i mammiferi, invece, impossibile non citare il lama, splendido esemplare di ungulato che qui viene considerato un animale domestico.

Tuttavia, una vera singolarità che delizia i naturalisti è da considerarsi la rana gigante del Titicaca, la rana acquatica più grande del mondo che arriva a pesare fino a un chilogrammo e può respirare sott’acqua senza avere la necessità di risalire in superficie.
Si tratta, tuttavia di una specie in pericolo d’estinzione poiché la sempre crescente contaminazione delle acque lacustri mette a rischio il suo habitat; inoltre, viene catturata dalla popolazione locale che la smercia nei mercati vicini poiché da questa rana viene recuperato un estratto che viene ritenuto in grado di curare diverse malattie.


Per molti secoli il lago è stato fonte di sostentamento e di sviluppo economico per la regione circostante che oggi cerca, anche grazie al turismo, di preservare la propria cultura e mantenere intatti i paesaggi andini che la caratterizzano.


La leggenda narra che il Titicaca sia il luogo in cui il dio del sole Wiracocha emerse per dar vita a Mama Ocllo e Manco Capac a cui si attribuisce la fondazione dell’impero Inca.
Il nome stesso Titicaca è strettamente legato alla mitologia locale, infatti in lingia quechua significa “puma di pietra”, dove titi sta per puma e kaka si traduce con pietra.

Sulla Isla del Sol si trova proprio la roccia sacra a forma di puma che secondo la leggenda rappresenta il luogo in cui Wiracocha diede vita alla dinastia Inca.

Gli abitanti di questi luoghi sono gli Uros, una popolazione proprio fuggita alle invasioni Inca e che da allora si è rifugiata nelle isole artificiali che si trovano presso il lago.
Gli Uros sfruttano la totora sia per la costruzione delle isole artificiali sia per le capanne che utilizzano come abitazioni sia per realizzare le imbarcazioni, la parte più tenera della pianta, invece, è usata come alimento.


Le piccole isole ospitano ciascuna circa 20 o 30 persone e sono unite tra di loro da collegamenti percorribili costruiti con le canne intrecciate.
L’arcipelago è situato a circa 30 minuti di barca dalla riva e ospita non solo le case ma anche chiese, scuole, infermerie e altri ambienti pubblici.

Quando una famiglia del villaggio decide di spostarsi può semplicemente decidere di tagliare le corde che li lega ai propri vicini e lasciarsi trasportare dalla corrente verso una zona più gradita.


Fonte: meteoweb

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