La città egizia di Amarna, che diventa capitale del regno nel 1350 a.C. circa, sotto il faraone Akhenaton, che vi impone il culto del sole Athon, viene scoperta circa nel 1977.
Ad oggi una fra le scoperte più significative risale al 2014 e riguarda il cimitero dove sono stati trovati cento corpi non mummificati (per questo con un alto grado di deterioramento), semplicemente avvolti in stuoie e seppelliti nella necropoli. Ventotto di queste mummie naturali, dopo lo studio del DNA, sono risultate essere di donne e presentavano accurate acconciature formate da extension di capelli naturali.
Le elaborate pettinature, che prevedevano oltre settanta ciocche intrecciate che variavano di colore e forma da mossi e neri al liscio e castano, ci fanno capire che ad Amarna convivevano un insieme di etnie diverse.
Sono state trovate anche ciocche di colore rosso e le ricerche hanno rivelato che, già all’epoca, le donne si tingevano con l’hennè per coprire i capelli bianchi.
Era palese l’amore smisurato della popolazione femminile per i capelli, e in particolare le trecce che, in questo caso, variavano da 0,5 cm a 1 cm di spessore e 20/30 cm di lunghezza, arrivando sulle spalle.
Il balsamo per capelli era usato comunemente dagli egizi e permetteva di mantenere in posa e conservare (anche fino ai giorni nostri) queste particolari pettinature.
Il prodotto era ottenuto dalla miscela di grasso di manzo, olio di ricino, cera d’api, gemma di pino e olio aromatico di pistacchio.
La possibile causa delle extension risiede molto probabilmente nel concetto di “vita dopo la morte” degli antichi egizi: la mummificazione permetteva al corpo di rimanere in ottime condizioni per rinascere nel mondo dei morti e presentarsi all’incontro con Anubi, protettore delle necropoli, che verificava il peso del cuore, ossia dell’anima.
Ad Amarna, questo passaggio di conservazione del corpo non era presente: esageratamente costoso per l’epoca, non era possibile per tutte le classi sociali, ma le donne potevano permettersi di acquistare le extension per avere i capelli ordinatamente acconciati ed essere “presentabili” davanti agli Dei.
Una delle teorie più sostenuta è quella secondo cui i capelli erano visti come vanto prettamente femminile e quindi rappresentava un’offerta al culto di Iside, Dea cara alle donne perché portatrice di fertilità.
Fonte: vanillamagazine.it
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