giovedì 11 gennaio 2018
Il microcosmo di Nahualac
Un piccolo universo in miniatura.
Si chiama Nahualac e si trova in Messico, alle pendici dell'Iztaccíhuatl, comunemente chiamato Iztla, la terza montagna più alta dello stato.
Cos'ha di speciale? Situato a 3.870 metri sul livello del mare, Nahualac ospita un laghetto stagionale all'interno del quale in epoca preispanica fu costruito un tetzacualco, un santuario.
Alcuni miti mesoamericani sulla creazione del mondo sostengono che Cipactli (il mostro della terra) galleggiasse sulle acque primordiali e dal suo corpo furono creati il cielo e la terra.
Proprio il sito di Nahualac potrebbe emulare questa concezione.
La presenza del tetzacualco nel bel mezzo di uno stagno e l'effetto ottico prodotto nello specchio d'acqua da cui sembra che la struttura emerga, suggerisce che il luogo sia la rappresentazione di un tempo e di uno spazio primitivi, un modello in miniatura dell'universo.
Lo ha spiegato l'archeologo Iris del Rocio Hernandez Bautista, della Divisione di Archeologia subacquea (SAS) dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), responsabile della ricerca archeologica di questo sito che si trova nel comune di Amecameca, in Messico.
Nel 2016 un team di scienziati ha condotto alcuni scavi ritrovando numerosi frammenti di ceramica, materiali litici, lapidari e resti organici.
Ha scoperto inoltre che Nahualac è formato da due aree. La prima e più importante è un laghetto stagionale, costruito in tempi antichi, con un tempio rettangolare formato a sua volta da pietre impilate.
La struttura è 11,5 x 9,8 metri. Attualmente, è possibile vedere gli angoli e alcuni cumuli di pietre che lo circondano.
La seconda area si trova 150 metri a sud-est della struttura, su un'ampia valle dove hanno origine le sorgenti che alimentano il lago.
Lì sono stati trovati pezzi di ceramica con elementi decorativi associati a Tlaloc, la divinità della pioggia.
Secondo l'archeologo Iris Hernandez, Nahualac è la rappresentazione di uno spazio rituale dove il culto di Tlaloc è evidente, anche se non esclusivo, visto che è legato anche alle divinità femminili dell'acqua e della terra.
Inoltre, le popolazioni dell'epoca avevano creato un sistema che portava l'acqua dalle sorgenti vicine allo stagno per provocare un effetto visivo molto particolare: la struttura e i cumuli di pietra sembravano galleggiare sulla superficie dell'acqua, che a sua volta rifletteva il passaggio circostante.
"Questi effetti visivi, così come le caratteristiche degli elementi del sito e il loro rapporto reciproco, hanno fatto pensare che Nahualac potrebbe rappresentare un microcosmo che evoca acque primordiali e l'inizio dello spazio-tempo mitico".
Un piccolo universo costruito dalle antiche popolazioni centroamericane che cercava di spiegare le meraviglie del cosmo.
Francesca Mancuso
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