E’ di questi giorni la notizia che nell’area a ridosso della piramide romboidale di Dahshur sono riaffiorati i resti di una piramide della XIII dinastia (1793-1645 a.C., prima dinastia del II Periodo Intermedio).
I resti, portati alla luce dalla missione archeologica egiziana guidata da Adel Okasha, la quale sta lavorando in una zona a nord della famosa piramide a doppia pendenza di Snefru, sono in ottime condizioni e sono già previsti ulteriori scavi con la speranza che si possa scoprire altro della struttura piramidale.
La porzione del monumento finora scoperta mostra parte della sua struttura interna che è composta da un corridoio di accesso all’interno della piramide, da una sala che conduce a una rampa meridionale, nonché da una camera nella parte più occidentale.
Per quanto riguarda la superficie esterna si pensa che possa essere stata impiegata nei secoli successivi la sua costruzione come materiale edilizio; per questo motivo non ne rimane più niente e tutto quello che ne resta è rimasto coperto per millenni dalle sabbie della necropoli facendone perdere ogni traccia.
Lungo il corridoio è stato trovato un blocco di alabastro di 15 cm per 17 con incise in senso verticale dieci linee di geroglifici che sono ancora in fase di studio.
Un architrave in granito e dei blocchi mostrano in parte il design della struttura che doveva misurare 35 m in altezza ed avere una base di 52 m per lato.
Anche se alcune ipotesi sono già state avanzate, resta da scoprire chi fosse il titolare di questo antico monumento edificato nella necropoli di Dahshur durante la XIII dinastia, periodo in cui si vide la frantumazione del potere centrale ed il sorgere di dinastie locali che regnarono contemporaneamente su parte dell’Egitto e talvolta anche su un solo nomo (ci furono addirittura 60 regnanti – secondo Manetone – a governare nei circa 150 anni di potere di questa dinastia) e momento in cui le sponde del Nilo furono invase dagli Hyksos
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Fonte: mediterraneoantico.it
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