Perché si dice "pietra dello scandalo"?
Perché, nell’antica Roma, i debitori e i commercianti falliti venivano esposti a una pubblica umiliazione, la bonorum cessio culo nudo super lapidem (cessione dei beni, a natiche denudate, sopra una pietra): in quelle condizioni, il malcapitato doveva gridare “cedo bona”, ossia “cedo i miei averi”. Da qui l’espressione “essere la pietra dello scandalo”, che significa essere oggetto di clamore per azioni riprovevoli.
In ogni città
A Roma, la “pietra dello scandalo” era un macigno vicino al Campidoglio. Ma ve ne sono in tutta Italia, anche di periodi posteriori. A Firenze ce n’è una nella loggia del Mercato Nuovo: è un tondo che rappresenta la ruota del Carroccio, simbolo della Repubblica Fiorentina. Vi si compiva l’“acculata”: il fondoschiena di debitori e disonesti vi veniva sbattuto violentemente, a braghe calate, fra gli sberleffi dei presenti. A Modena, la pietra “ringadora” (“dell’arringa”, perché anche usata come palco dagli oratori) in Piazza Grande, veniva anche unta di trementina.
Perché si dice "a iosa"?
Questa espressione, che significa “in abbondanza”, deriva dalla parola chiosa, che anticamente indicava le monete finte con cui giocavano i bambini. Queste monete erano di legno o di piombo e valevano pochissimo. Per questo, qualunque cosa si potesse pagare con le chiose doveva essere di scarso valore e quindi molto abbondante. Il passaggio da chiosa a iosa deriva dalla pronuncia toscana del termine.
Secondo un’altra ipotesi, iosa deriverebbe invece dal detto ligure “solo Dio lo sa”, che significa abbondantemente, molto.
Perché si dice "fare melina"?
Dieci minuti alla fine della partita, uno striminzito gol di vantaggio, le forze che cominciano a mancare: è il momento propizio per fare melina. Cioè trattenere il più a lungo possibile la palla in attesa del fischio finale da parte dell’arbitro. In questo modo di dire, “melina” è diminutivo di mela, che ha il significato metaforico di palla. Più in generale, quest'espressione viene utilizzata per indicare momenti in cui uno o più soggetti tergiversano, prendono tempo prima di agire o di fare una scelta, in attesa di qualcosa.
Gioco erotico
L’espressione deriva dal bolognese gioco della melina (in dialetto, “al zug dla mléina”) che sta per “indugiare, cincischiare”, probabilmente, in origine, anche con significato erotico.
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