Eliminare le scadenze degli alimenti a lunga conservazione per ridurre gli sprechi alimentari.
Ecco la strategia che l’Unione Europea potrebbe mettere in atto per contenere il problema dell’accumulo di rifiuti alimentari sul proprio territorio.
A comunicarlo è la Coldiretti, che rende noto che l’UE si appresterebbe a rivedere le norme relative alle scadenze riportate sulle etichette dei prodotti alimentari.
Da prodotti come pasta, riso, caffè e formaggi stagionati potrebbero scomparire le diciture “Da consumarsi preferibilmente entro”.
La proposta è all’ordine del giorno della riunione del Consiglio Agricoltura che si svolgerà a Bruxelles.
Unico aspetto positivo della crisi, è la tendenza dei cittadini a contenere gli sprechi.
Anche se, a livello domestico, ogni cittadino italiano continua comunque a gettare nella spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari.
I consumatori italiani non sono ancora del tutto virtuosi. Ad ogni prodotto gettato dovrebbe corrispondere, in teoria, un nuovo acquisto.
Come si comporteranno le aziende se le nuove regole per l’indicazione della scadenza dovessero diventare ufficiali? Eliminare la data di scadenza dai prodotti a lunga conservazione potrebbe permettere ai punti vendita della grande distribuzione di mantenere i prodotti sugli scaffali e nei magazzini più a lungo.
Ne conseguirebbero una riduzione degli sprechi e una diminuzione della necessità di acquistare nuove forniture.
I produttori alimentari potrebbero dunque non accogliere in modo positivo l’iniziativa, ma dovranno comunque accettare di adattarsi alle nuove regole, a partire dalla modifica delle diciture presenti sulle confezioni.
E’ necessario tenere presente che la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” differisce dalla data di scadenza vera e propria che, come precisa la Coldiretti, è la data entro cui il prodotto deve essere consumato e anche il termine oltre il quale il prodotto non può più essere messo in commercio.
“Il TMC riportato con la dicitura ‘Da consumarsi preferibilmente entro’ indica” - spiega la Coldiretti – “la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
Cioè indica soltanto la finestra temporale entro la quale si conservano le caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali, di un alimento, senza con questo comportare rischi per la salute in caso di superamento seppur limitato della stessa”.
L’Europa dunque approfondirà presto l’argomento dello spreco di cibo e delle perdite alimentari dal punto di vista della data di scadenza.
Olanda, Svezia, Austria, Germania e Danimarca sarebbero tra i Paesi più favorevoli al cambiamento.
Il rinnovamento della posizione di aziende e produttori rispetto alle date di scadenza richiederà forse tempi lunghi, ma potrebbe comunque trattarsi di una strategia vincente per ridurre gli sprechi alimentari ad ogni livello.
Marta Albè
A leggerlo così potrebbe anche essere "buona cosa"
MA.......
Non si tiene conto che ci potrebbero essere disonesti che tengono in circolazione prodotti per molti anni e quindi non solo non avrebbero le caratteristiche organolettiche e gustative di tale prodotto ma potrebbero creare nel loro interno muffe (vedi farine usate in paste di una nota marca).
La data di scadenza secondo me è un deterrente e va mantenuta
Nessun commento:
Posta un commento