Si tratta di una profonda ingiustizia verso chi si sacrifica in onore della Patria nel mondo, che il MoVimento 5 Stelle ha rilevato nei giorni scorsi presentando un’interrogazione alla Commissione affari Costituzionali, delegata in materia.
Il sottosegretario Domenico Manzione ha confermato (votomilitariesterorisposta.pdf) le preoccupazioni dei cittadini pentastellati, precisando che “la circostanza è stata oggetto di attenta riflessione e di condivisione da parte di tutti i Dicasteri interessati, vale a dire Difesa, Affari Esteri e Interno“. Eppure i nostri soldati il 25 maggio non potranno esprimere il loro diritto di voto. Anche se il decreto fosse emendato nelle prossime ore, infatti, mancherebbero i tempi tecnici per permettere ai militari in missione di votare.
Riteniamo che se i ministeri coinvolti avessero avuto davvero l’intenzione e la volontà di risolvere la questione lo avrebbero fatto. Invece è evidente che qualcuno al Pd si è fatto prendere dall’entusiasmo della transizione di governo e prima Letta, poi Renzi, si sono dimenticati di varare il decreto necessario per concedere ai militari in missione fuori l’Unione Europea di esprimere la loro preferenza.
I nostri militari sono cittadini al servizio della Repubblica ed hanno il diritto di esprimere il proprio voto, come i civili che risiedono in Italia e tutti coloro che si trovano all’estero e possono votare in ambasciata. Forse per i ministeri interessati i nostri militari all’estero non hanno gli stessi diritti dei civili? Come possiamo tacere questo scandalo? Come possono le amministrazioni passare sopra un diritto negato, quando dovrebbero essere proprio loro a tutelarci?
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