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mercoledì 21 maggio 2014

Amaranto: come si coltiva, usi e dove trovarlo


L'amaranto è una pianta originaria dell'America Centrale e Meridionale, dalla coltivazione della quale è possibile ricavare dei chicchi commestibili racchiusi all'interno di fiori della tonalità di rosso da cui essa prende il nome. 
I chicchi (corrispondenti ai semi) rendono l'amaranto simile ad un cereale soprattutto per quanto riguarda il suo utilizzo alimentare, anche se in realtà non lo è.
 Esso viene perciò definito uno pseudo-cereale. Si tratta di una pianta particolarmente vigorosa, in grado di resistere all'erbicida Roundup di Monsanto, ideato per l'eliminazione delle piante infestanti.


Tra le specie di amaranto commestibili e maggiormente produttive devono essere segnalate l'Amaranthus caudatus, l'Amaranthus cruentus e Amaranthus hypochondriacus. 
Quest'ultima è ritenuta la varietà di amaranto più facilmente coltivabile. 
La coltivazione dell'amaranto risale alle civiltà precolombiane, con particolare riferimento alle popolazioni degli Inca e degli Aztechi. Esso veniva definito come "grano degli Dei", per via delle sue elevate proprietà nutritive.

 E' possibile coltivare l'amaranto direttamente a partire dai suoi semi, rappresentati proprio dai caratteristici chicchi di forma sferica. L'amaranto può essere seminato direttamente all'aperto, nel proprio orto, oppure all'interno della propria abitazione, in un semenzaio. L'inizio della coltivazione indoor è consigliabile soprattutto nelle stagioni dal clima più rigido.
 L'amaranto infatti preferisce temperatura da tiepide a calde per la propria germinazione e per il proprio sviluppo. Si consiglia dunque di effettuare la semina all'aperto ad una distanza di tempo di 6-8 settimane dall'ultima gelata. 
La primavera rappresenta il periodo ideale per la semina dell'amaranto, assicurandosi che il terreno abbia già iniziato a riscaldarsi.
 I semi devono essere ricoperti con un leggero strato di terriccio ed innaffiati subito dopo la semina. 
L'amaranto predilige terreni ricchi di azoto e di fosforo, una caratteristica che permetterà la crescita di piante di altezza maggiore.
 Per arricchire il terreno in modo naturale di sostanze nutritive è possibile ricorrere a del compost casalingo.


Le piante di amaranto crescono più facilmente in un clima caldo, posizionate in pieno sole ed in un terreno ben drenato. 
Durante i periodi di maggiore siccità richiedono di essere annaffiate da una a due volte alla settimana. 
Una caratteristica dell'amaranto consiste nel richiedere una quantità d'acqua non eccessiva per la propria crescita. 
La fioritura dell'amaranto avverrà a metà dell'estate e si prolungherà fino ai primi freddi.
 I chicchi di amaranto giungeranno a maturazione prima del sopraggiungere della stagione fredda.
 Per comprendere se sia giunto il momento del raccolto, è necessario scuotere leggermente i fiori e verificare che i chicchi inizino a staccarsi da sé. 
I gruppi di semi (infruttescenze) dovranno essere raccolti e lasciati essiccare all'ombra, dopo averle inserite in sacchi di tela o di carta.
 I chicchi andranno rimossi a mano una volta che si saranno essiccati, indossando dei guanti. La pulizia dei semi dalla presenza di parti dei fiori può essere facilitata dall'impiego di un setaccio.
 I chicchi, una volta che si saranno completamente essiccati, potranno essere conservati in un contenitore sottovuoto, preferibilmente in vetro.


Oltre che a scopo alimentare, l'amaranto può essere coltivato per finalità ornamentali, data la bellezza dei colori che caratterizzano la pianta al momento della fioritura. 
I chicchi di amaranto possono essere utilizzati in cucina previa cottura. 
La cottura dell'amaranto avviene in acqua bollente e deve proseguire per un lasso di tempo di circa 30-40 minuti, fino a quando i chicchi risulteranno morbidi, tenendo conto che la loro consistenza potrà rimanere leggermente croccante.
 I tempi di cottura si dimezzano ricorrendo alla pentola a pressione. L'amaranto non necessita di ammollo prima della cottura, ma è preferibile effettuarne un risciacquo con acqua fredda in modo da limitare la formazione di mucillagini durante la cottura.
 E' consigliabile lasciare riposare l'amaranto nella pentola per 10 minuti prima di scolarlo, in modo da permettere che i chicchi si gonfino.


Nella preparazione di zuppe e di minestre è possibile sostituire l'acqua di cottura con del brodo vegetale. 
L'amaranto può essere consumato in brodo, accompagnato da ortaggi di stagione, oppure asciutto, dopo averlo scolato, nella preparazione di piatti che ricordano il cous-cous e che possono essere arricchiti con ingredienti a piacere, tra ortaggi, legumi, erbe aromatiche, come il prezzemolo o il rosmarino. 
L'amaranto, una volta cotto e scolato, può essere frullato insieme ad ortaggi già cotti per la preparazione di vellutate e di passati. 
I chicchi di amaranto già cotti possono essere amalgamati ad altri ingredienti, come fiocchi di cereali o patate e carote passate al passaverdura, in modo da formare un composto adatto alla preparazione di crocchette e burger vegetali.
 Dai semi di amaranto, infine, possono essere ottenuti dei germogli da gustare crudi, avendo a propria disposizione un germogliatore o un altro contenitore adatto allo scopo.


L'amaranto è facilmente reperibile nei negozi di prodotti naturali per l'alimentazione, nelle erboristerie ed online, oltre che in alcuni punti vendita della grande distribuzione che prevedano scaffali dedicati ai prodotti biologici. 
Nei supermercati è a volte possibile individuare la presenza di confezioni di amaranto non proveniente da agricoltura biologica. 
Si consiglia in ogni caso di acquistare amaranto di provenienza biologica, sia ad uso alimentare che per la semina, in modo da essere certi che i semi non siano stati trattati mediante il ricorso a sostanze indesiderate. 

 Marta Albè

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