I Viaggi alla scoperta delle meravigliose creature che popolano gli abissi del mare si rivelano essere i più amati e preferiti da tutti.
E se si prova ad unire tecnologia e i misteri delle creature che popolano le profondità marine, vengono fuori degli spettacoli oltre natura.
È proprio questa l’obiettivo raggiunto con delle foto realizzate al largo delle coste di Kailua-Kona, nelle Hawaii, durante la notte, con l’ausilio di uno strumento fotografico a raggi X.
Le immagini hanno dato vita a degli esemplari mitologici: di calamari rari, meduse, gamberetti e altri esemplari marini davvero fantastici ma allo stesso tempo reali. La brillante idea di realizzare questi scatti davvero sensazionali è venuta al fotografo Joshua Lambus.
Grazie all’assenza di luce solare è stato molto più facile riuscire a creare quest’effetto pseudo naturale.
Il ragazzo venticinquenne ha sempre nutrito una passione per gli animali in generale e facendo delle escursioni sottomarine per portare i turisti a vedere i delfini, le balene e le tartarughe ha deciso di realizzare il suo sogno di immortalare le creature marine sotto una luce diversa dal solito.
Il fotografo venticinquenne è diventato una celebrità riuscendo a fotografare per la prima volta un raro esemplare di polipo raro, Termoctopus, che precedentemente era stato registrato su un video una sola volta.
“Fotografare e realizzare queste immagini mi permette di mostrare al pubblico le meraviglie che popolano le profondità marine – ha commentato il giovane fotografo. Le normali macchine fotografiche non riescono a catturare al buio delle immagini cosi perfette e brillanti, cosi realizzando un flash particolare che illumina le creature in una fazione di secondo, sono state realizzate delle immagini perfettamente naturale su uno sfondo degli abissi.
I colori riprodotti, nonostante possano sembrare surreali, non sono altro che il naturale riflesso della pigmentazione delle creature marine.
"Quando mi immergo vengo letteralmente inondato da storie di lotte e trionfi." - spiega Lambus - così, guardando da vicino questo fragile ecosistema, facile preda della distruzione, ho sentito il bisogno di raccontarlo, non tanto per la valenza artistica, quanto per il bisogno di difenderlo"
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