Si chiamano «fascinator» questi cappelli coreografici sui quali si può applicare qualunque cosa, come si vede poi nelle foto pubblicate in tutto il mondo: da un enorme cono gelato di stoffa a un uccello impagliato.
Se realizzati da uno stilista costano da 500 sterline in su.
Stravaganza ed eleganza sono d’obbligo al Royal Ascot, ma l’etichetta può far sudare freddo ai non iniziati.
Il «dress code» viene tradizionalmente dettato dalla Regina.
Le donne devono avere ombelico e spalle coperti, niente scolli o spacchi superiori a un pollice (due centimetri e mezzo), minigonne proibite, mutandine obbligate sotto i vestiti trasparenti.
Gli uomini, vestiti di nero o di grigio, devono togliersi il cappello nelle sale interne e quando sono in presenza dei reali. Ed esultare con moderazione per non offendere chi ha perso.
Chi sgarra viene allontanato dalla sicurezza.
La severità scatena la creatività: gli stilisti si sfidano in ambitissime passerelle negli intervalli fra un galoppo e l’altro
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