“La musica è l’estensione del silenzio, ed è anche ciò che la precede e che ancora vi echeggia.
La musica è una via d’accesso a un altrove della parola, a quel che la parola non può dire e che il silenzio, tacendolo, dice.
Una musica senza silenzio, cos’altro è, se non rumore?” scrive Hélène Grimaud in Variations sauvages
(pubblicato in italiano come Variazioni selvagge).
Parlerei veramente molto a lungo di questa giovane donna, bella come una top model, pianista di fama internazionale, che alla passione ed alla disciplina della musica affianca quella per i lupi e divide il suo tempo tra le tournées che la portano da un capo all’altro del mondo e il Centro che lei stessa ha fondato nello Stato di New York, il Wolf Conservation Center, finalizzato all’allevamento ed alla salvaguardia dei lupi.
La conoscevo già come pianista, ho da qualche settimana letto i suoi due volumi autobiografici.
Li ho divorati anche perchè Hélène Grimaud si è rivelata anche una bravissima scrittrice.
Due volumetti molto densi nei quali Hélène parla di musica e dei suoi amati lupi, del suo essere una donna che ha sempre studiato e lottato tenacemente, che non ha mai voluto rinunciare alle due grandi passioni della sua vita.
Che ha sempre respinto chi, con sguardi o con parole, le lanciava messaggi del tipo: “Bella come sei, perchè non fai qualcos’altro?” o, peggio:
“Troppo bella per essere intelligente” o “affascinante come sei, non hai bisogno di lavorare” arrivando persino a manifestare una sorta di compatimento mescolato a velato disprezzo per tutte le ore della giornata che lei dedicava al pianoforte ed allo studio delle partiture.
Verso la fine del secondo volume, Hélène Grimaud scrive:
“Avevo scoperto con stupore come alcuni ce l’avevano con me per i lupi, o per il piano, o per il fatto di essere una donna, o per lo scrivere, come se fosse necessario scegliere una cosa o l’altra, mentre io sceglievo tutto.
Come se il fatto di essere una donna mi obbligasse a ripudiare le note per il matrimonio, e il fatto di essere una musicista la penna a favore del pianoforte”.
In questo video Hélène Grimaud interpreta Rachmaninov, uno dei suoi autori preferiti
Questa storia parte dalla curiosità per un libro del 2003,
Variazioni selvagge, uscito da noi due anni fa per l'editore di Freud e Jung, Bollati Boringhieri.
L'autrice è una pianista che racconta di sé - della sua infanzia impaziente e della scoperta incandescente e liberatoria della musica - con una verità che mozza il fiato.
Da un certo momento in poi, Hélène Grimaud introduce d'emblée nel libro un nuovo filone della narrazione, che alterna all'autobiografia intima l'esplorazione documentata della sua fascinazione per i lupi, con tanto di nozioni di etologia e analisi di tutto ciò che l'immaginario collettivo ha abbinato nei secoli a questo animale gregario e misterioso, generoso e terribile.
Fino a descrivere in modo quasi magico l'incontro con la lupa Alawa - "sul piano affettivo", scrive, "una delle presenze più importanti della mia vita" - incontrata una notte a spasso con il suo bizzarro padrone a Tallahassee, in Florida, dove la Grimaud ha vissuto quando dalla nativa Aix-en-Provence (ma soprattutto da Parigi) è "fuggita" negli Stati Uniti.
Un incontro che ha in seguito ispirato la creazione del New York Wolf Center, il centro per la tutela dei lupi che lei ha creato nella metà degli anni Novanta.
Alle soglie del successo, con grandi riconoscimenti per il suo valore di pianista, Hélène sceglie, consapevolmente, l’isolamento, per permettersi di trovare la propria strada.
Sente il bisogno fortissimo e irrinunciabile di abbandonare la Francia dove ha vissuto fino a quel momento e si stabilisce negli Stati Uniti: mondo che le è completamente estraneo.
Qui vive abitando in piccoli appartamenti dove non dispone di un pianoforte, ma continua a studiare le partiture.
Si sente in attesa di qualcosa.
Un’incontro casuale in un parco con un reduce del Vietnam e il suo cane lupo: una femmina di nome Alawa, canadese con una pelliccia molto folta. "con lei mi sentivo felice, intera, assurdamente giovane e forte, Alawa è stata una delle presenze più importanti della mia vita.
Il nostro attaccamento e la nostra reciproca fiducia erano totali ed assoluti."
Di questo particolare e forte attaccamento si stupiva lo stesso proprietario dell’ animale: è molto raro, infatti, se non impossibile che si sviluppi un tale attaccamento con una lupa che non si sia allevata fin da piccola.
E’ da questo incontro che Hélène sente molto forte il bisogno di un rapporto intenso con la natura e decide di fondare nel Nord America un centro per la tutela , lo studio e la custodia dei lupi selvatici.
Questo avviene con il superamento di molte difficoltà burocratiche ed economiche.
E’ questa la casa di Hélène, qui l’armonia interiore a lungo cercata viene raggiunta e lei si sente finalmente in equilibrio , in pace con se stessa,unita alla sua parte selvaggia,istintiva e più vera. "…ho compreso che certi esseri non sono una cosa sola, ma un puzzle di aspirazioni contrastanti…è menomante, suicida, rinnegare qualcosa di sé per adeguarsi ad una norma imposta da un modello.
Ogni essere ha in sé il mistero delle proprie contraddizioni, delle proprie lotte interiori…io l’ho trovato tra i lupi, la natura più selvaggia e la musica più raffinata…provo gratitudine.
"
Dopo tre anni di isolamento nel centro, riprende la sua attività di concertista e ricomincia ad incidere dischi di successo.
"La storia dei lupi ha strane analogie con quella delle donne, quanto a passionalità e fatica… donne e lupi condividono certe caratteristiche: sensi acuti, spirito ludico e grande propensione alla devozione. Sono profondamente intuitivi. E soprattutto si esercita contro i lupi e le donne la stessa rapace violenza, generata dallo stesso malinteso.
Le due specie sono state perseguitate e tormentate.
Sono state bersaglio di coloro che vorrebbero ripulire non solo i territori selvaggi, ma anche i luoghi selvaggi della psiche, soffocando l’istintuale al punto da non lasciare traccia.
Sirene o streghe le donne sono state punite per la loro relazione primitiva, selvaggia, essenziale con la natura".
Così scrive Clarissa Pinkola Estes nel suo ‘Donne che corrono coi lupi ‘ Hélène Grimaud è riuscita a trovare il suo accordo perfetto unendosi alla natura non addomesticata, dentro e fuori di lei
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