Il Carnevale è una festa molto antica, risalente al periodo egizio ed è sempre stato celebrato con balli in maschera e ricchi banchetti.
Se oggi pensiamo a quale città incarni al meglio il significato di tale festa, un nome vince su tutti: Viareggio.
La graziosa città toscana, rinomata per le sue spiagge e le belle pinete, nel periodo invernale deve la sua fama al Carnevale, che da 139 anni è la festa italiana più spettacolare, conosciuta in tutto il continente, testimonianza di eccellenti capacità artistico-espressive ed organizzative.
La sua nascita si deve ad un gruppo di alcuni borghesi che nel lontano 1873 decisero di mascherarsi per protestare contro le tasse; seduti al tavolo di un rinomato caffè del paese, il "Caffè del Casinò", alcuni giovani per bene ebbero l'idea di fare una parata di carrozze che presero da subito caratteristiche di burla e sbeffeggio... era una Martedì Grasso!
Da quel momento cominciò a prendere forma quello che oggi è uno degli eventi più rinomati e spettacolari del mondo.
Verso la fine del secolo cominciarono a sfilare per le strade i primi carri trionfali, fatti in legno, scagliola e juta, fatti da scultori, carpentieri e fabbri del luogo e costruiti all'interno di cantieri navali. E come le grandi navi solcano le acque dei mari, anche i meravigliosi, mastodontici carri cominciarono a navigare in un mare di gente allegra ed incredula.
La festa diventò presto uno spettacolo importante per la città e la sua fama si diffuse rapidamente nel resto d'Italia.
Solo la Prima guerra Mondiale riuscì a scalfire la manifestazione ma non riuscì a distruggerla.
I festeggiamenti ripresero presto e nel 1921 rifiorì in tutto il suo splendore con la sfilata dei carri sul lungomare della città, ritrovo della mondanità del tempo.
Di quell'anno è la canzone ufficiale "Coppa di Champagne", attuale inno del Carnevale.
Anche le maschere presero vita a suon di musica: per la prima volta, infatti, la banda salì sul carro intitolato "Tonin di Burio". Nel 1923 si vide, per la prima volta, un carro animato: si trattava del Pierrot, che attraverso un ingegnoso sistema, mosse come per magia occhi e testa.
Ma parliamo dei veri protagonisti del carnevale: i carri!
Il carattere polemico tipico del carnevale prende forma in queste opere gigantesche raffiguranti personaggi politici, dello sport e dello spettacolo. Ogni anno personaggi illustri vengono a Viareggio ad ammirare la propria caricatura sui carri.
Ma di cosa son fatti?
Nel 1925 venne inventata una tecnica per rendere i carri più leggeri e duttili: quella della carta a calco, conosciuta come cartapesta. Grazie a questo nuovo materiale si poterono realizzare strutture colossali ma allo stesso tempo leggere, maschere in grado di sfidare la gravità.
Da quel momento tutte le notizie del mondo finirono a Viareggio, perché servivano tonnellate di giornale impastate con colla per realizzare questi giganti!
A realizzare questi capolavori sono i Maestri costruttori viareggini nelle tante ditte artigianali della città, artisti che si tramandano di generazione in generazione i segreti del mestiere.
Per le loro abilità nel creare e modellare furono denominati dalla stampa "Maghi della Cartapesta".
Il 2001 è una data storica per il Carnevale di Viareggio poiché è stata inaugurata la Cittadella del Carnevale, una immensa struttura polifunzionle che ospita laboratori, una scuola della cartapesta, un museo, per valorizzare e promuovere la memoria storica e culturare di questa festa.
Il simbolo della manifestazione e maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio è Burlamacco, opera di Umberto Bonetti creata nell'estate del 1930.
Esso è un mix tra le maschere della commedia dell'arte.
Vestito con una tuta a scacchi bianca e rossa, simile a quella di Arlecchino, ha un pon pon come quello del Pierrot, il collare grande e bianco come quello di Capitan Spaventa, un copricapo simile a quello di Rugantino e un mantello nero alla Balanzone.
Eleonora Rizzo
Nessun commento:
Posta un commento