martedì 15 ottobre 2013
L'arte alchemica di Hieronymus Bosch 1450-11516
Uova bucate da cui fuoriescono gambe umane. Corpi di uomini con volto di maiale. "Grilli", ovvero un uomo-animale con più nasi o facce sulla schiena. Pesci che volano. Diavoli con naso a forma di tromba. Pettirossi, corvi, bestie, demoni ed insetti tra il mercurio. Questi sono i protagonisti dei quadri allucinati di Hieronymus Bosch, pittore olandese vissuto a cavallo tra il "400 ed il "500 e la cui vita si confonde con la leggenda.
Come un incubo appaiono i suoi Trittici la cui lettura procede da sinistra verso destra, come in un racconto.
Trittico delle delizie Museo del Prado , Madrid
Dettaglio
In tali scenari, idilliaci o infernali, si rincorrono e si avvolgono tra loro figure bizzarre, oscene, demoniache, animalesche ricavate dalle processioni, dai racconti degli inquisitori, delle descrizioni di sabba strappate con le torture alle presunte streghe, dalle esecuzioni di piazza contemporanee al pittore.
Si vedono dunque brocche dalle quali si racconta esca il diavolo durante un sabba, civette che rappresentano l'eresia e l'accettazione di false dottrine, il pesce che rappresenta a seconda delle interpretazioni la purezza, l'angoscia, il sesso maschile (interpretazione freudiana) o il peccato se è morto e privo di squame, scale sparse per il dipinto o che servono per salire di girone in girone nelle pale raffiguranti l'inferno e che indicano il sesso ed il peccato della lussuria.
Accanto a tali rappresentazioni allegoriche che tendono alla critica moralista della società in cui Bosch viveva e che non risparmia re, imperatori, papi, ordini monastici ed intellettuali (tipica rappresentazione di un saggio è infatti un uomo con un imbuto azzurro - colore del male e della frode - capovolto come copricapo e che indica la falsa sapienza) vi sono simboli alchemici che dimostrano la conoscenza da parte dell'artista di trattati e ricerche di alchimia e demonologia.
Così i colori utilizzati per gli sfondi o gli abiti dei personaggi acquistano significati tratti dall'alchimia: per esempio il bianco è il colore del secondo stadio della cottura, mentre il rosso quello dello stadio finale.
L'uovo in alchimia corrisponde all'alambicco o crogiuolo, nel quale si compie il "grande evento", ovvero la nascita del Fanciullo Alchemico dall'unione di mercurio e zolfo; se l'uovo viene raffigurato forato rappresenta nascite mostruose e quindi è allegoria della magia nera e del diavolo. La cucurbita e l'albero cavo alludono entrambi al crogiuolo alchemico. Il corvo rappresenta il "nigredo" ovvero la parte iniziale della cottura tra zolfo e mercurio dal quale nasce l'androgino (testa di corvo).
La cura della follia, cm. 48 x 35, Prado, Madrid
I volti spesso trasfigurati, il groviglio di corpi nudi, i peccati raffigurati, il male sempre presente sotto forma di simboli o colori, le rappresentazioni demoniache o angeliche, i simboli alchemici rappresentano, quasi come in un incubo dove tutto appare irreale per la sua mostruosità, le paure del periodo in cui Bosch visse: la caccia alle streghe, l'alchimia e la magia, la paura di andare contro natura e di subire la terribile punizione minacciata dal clero, lo stesso clero corrotto dal peccato della lussuria e dell'ingordigia, la dissolutezza del potere temporale e spirituale al pari degli strati più bassi della popolazione.
Trittico del fieno, Prado, Madrid.
Tutto questo viene rappresentato insieme, come avvolto da un ciclone, come se tutto avvenisse "qui ed ora" in un unico dipinto diviso in piani dove si susseguono le scene della narrazione che tuttavia non appare frammentata, dove le paure e gli incubi "ad occhi aperti" si susseguono in un'arte allegorica che affascina da sempre ogni pubblico forse proprio per il mistero dell'alchimia che essa racchiude nei suoi colori e nei suoi personaggi.
Bosch osserva la realtà, la scava, la analizza… anzi, va oltre e riesce ad estrapolare le paure e le inquietudini che sono in ognuno di noi, mostrando la vera essenza di ogni cosa. E così dipinge gli uomini non come appaiono, ma come sono veramente dentro, al di là dell’ingannevole maschera del corpo: creature drammatiche e tormentatissime.
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