sabato 24 agosto 2013
La Sfinge nella mitologia greca
Nella mitologia greca, la Sfinge è raffigurata con le ali e con la testa di donna.
La leggenda narra che essa sarebbe stata mandata da Era per punire la città di Tebe. Insediatasi sopra una rupe del monte Citerone, poneva un indovinello a chi passava, divorando coloro che non fossero risusciti a risolverlo.
L'indovinello proposto dalla Sfinge consisteva nell'individuazione dell'animale che al mattino camminasse su quattro zampe, a mezzogiorno su due e alla sera su tre: l'enigma fu risolto da Edipo il quale affermò si trattava dell'uomo che quando è bambino (durante il mattino della vita), cammina carponi su quattro zampe; quando è adulto (durante il mezzogiorno della vita), cammina su due piedi; da vecchio (durante la sera della vita), cammina su tre piedi aiutandosi con il bastone.
Sconfitta, la Sfinge si sarebbe inflitta la morte lasciandosi cadere da una rupe.
Secondo altre versioni della leggenda, ad ucciderla sarebbe stato lo stesso Edipo. Studiosi di mitologia contemporanei ritengono, comunque, che la sfinge greca non abbia nulla in comune con quella egiziana, ma appartenga ad un indipendente sostrato mitologico di area mesopotamica.
Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli è custodito un cratere apulo che si ritiene illustri un altro mito (che, però, non ci è pervenuto) che avrebbe la Sfinge come protagonista.
Sul cratere è rappresentato un Sileno che porge al mostro un uccello chiuso nel palmo della sua mano . L'analogia con una favola di Esopo (la n. 55), ha fatto pensare che sia il sileno che sta sottoponendo alla sfinge l'enigma; il che comporterebbe un rovesciamento del mito di Edipo.
Tuttavia i due personaggi potrebbero anche essere intenti ad una gara pacifica, diversa dall'episodio edipeo.
Si è anche supposto che la scena raffigurata nel cratere possa essere collegata al dramma satirico di Eschilo "La Sfinge", ma la sua lettura è ancora controversa: in ogni caso il cratere testimonia la diffusione del mito della Sfinge nell'area greco-italica.
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