Un docente di economia de La Sapienza - ed esperto di Cuba - risponde alle affermazioni fatte dalla blogger cubana - acerrima avversaria del governo castrista - con dati scientifici.
Il 28 aprile scorso Yoani Sanchez, blogger cubana anticastrista, è arrivata in Italia ed ha partecipato alla serata finale del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, dove è stata intervistata dal direttore de La Stampa Mario Calabresi davanti a una folta platea.
L'iniziativa è stata interrotta per qualche minuto da un gruppo di contestatori “filo-cubani”, che hanno srotolato uno striscione e lanciato in sala dei volantini.
L'organizzazione del Festival ha prontamente riportato la situazione alla calma, l'intervista è proseguita senza più intoppi e si è conclusa serenamente, fin quando non si è passati alle domande del pubblico: alcuni presenti, molto ben informati sulla situazione cubana, hanno messo alle corde sia Yoani Sanchez che il direttore de La Stampa con domande molto precise e fornendo dati dettagliati: l'organizzazione del festival, tuttavia, ha ritenuto che quella fosse “propaganda” e impedito che il dibattito continuasse.
Scriveva il professor Gennaro Carotenuto sul suo blog pochi giorni prima dell'evento: “Il tour mondiale di Yoani è organizzato secondo i canoni mainstream, un unico evento mediatico di propaganda, un format chiuso dove nessun contraddittorio è possibile, il che è bizzarro per chi proviene da un paese dove non c’è libertà di stampa.
Non m’interessano –anzi rifiuto con forza- le azioni di ripudio, forma stantia di protesta, che fanno solo piacere alla Sánchez. Considero non dirimente, anche se è difficile non coglierne la contraddizione che mina la credibilità di una ‘dissidente', il fatto che Yoani sia un brand di straordinario successo economico capace di farle guadagnare centinaia di migliaia di dollari (quasi 10.000 al mese, mi risulta, dalla SIP, la padronale della stampa latinoamericana di destra, e da El País di Madrid, senza contare le donazioni e altre prebende) in un paese dove un chirurgo di livello mondiale ne guadagna poche decine al mese.
Fatti suoi”.
Yoani Sanchez ha di fatto duramente contestato la politica cubana, dando l'immagine di un Paese non libero, governato da una dittatura autoritaria e inoltre con difficoltà economiche rilevanti.
Ma quanto c'è di vero nelle sue affermazioni?
Ce lo spiega il professor Luciano Vasapollo, docente di economia all'Università La Sapienza di Roma ed esperto di America Latina, in particolare della questione cubana: isola nel quale si reca da oltre trent'anni regolarmente.
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