martedì 14 maggio 2013
LA BCE USA DATI FALSI E ORDINA: “SUBITO GIÙ SALARI E STIPENDI”
La Banca Centrale Europea continua ad impartire ordini sull’Austerity nonostante negli ultimi mesi sia il Fmi che il duo Reinhart e Rogoff siano stati smascherati ed abbiano ammesso i propri errori.
Lo stesso nuovo presidente, Saccomanni e Giovannini grandi estimatori delle misure che hanno causato l’attuale crisi.
Se è (fosse?) un vero politico denuncerebbe immediatamente l’inganno alla luce del sole
Il periodo storico 1990-2008 è alle nostre spalle, ineluttabilmente, ma mentre altri eserciti hanno difeso le proprie roccaforti qui, in Europa, epicentro – come sempre, da un secolo – Berlino, le battaglie sono state tutte perse.
Ora, si sta perdendo la guerra, perché sono giunte due disfatte irrimediabili.
PRIMA DISFATTA L’Imperatore del Mondo Finanziario, il Fondo Monetario Internazionale, si ritira dalla lotta dell’Austerità, ad inizio anno, nonostante sia la sua lotta. Olivier Blanchard e Daniel Leigh, i colonnelli sul fronte, affermano che “hanno sbagliato i conti“. Proprio così: hanno consigliato una strategia ma poi, come scolaretti con le tabelline, si accorgono che i consigli che hanno dato per anni, e che hanno condotto alle manovre lacrime e sangue nel Sud Europa, erano basati su errori da loro stessi commessi.
Da Keynes Blog: “Secondo Blanchard e Leigh i moltiplicatori fiscali non sono stati modesti come previsto (0,5) ma significativamente più elevati (1,5).
Questo significa che una contrazione fiscale di 1 euro (ovvero un taglio della spesa pubblica, ndr) ha creato una depressione di 1,5 euro invece che solo 0,5.
Già nel 2009, tuttavia, il fondo aveva sottoposto al G20 una nota in cui si affermava che i moltiplicatori potevano essere compresi tra 0,3 e 1,8 per i tagli alla spesa e tra 0,3 e 0,5 per gli aumenti delle imposte (si noti che coerentemente con la teoria keynesiana, i moltiplicatori delle tasse misurati sono minori di quelli della spesa pubblica)”.
In pratica ogni volta che vi hanno martellato i santissimi dicendo: “Occorre ridurre la spesa pubblica per rilanciare lo sviluppo e l’occupazione”, hanno mentito, si sono sbagliati. Eppure sono ancora lì: la non santa trinità della Troika li vede sempre al vertice del triangolo d’occupazione.
SECONDA DISFATTA ED ESERCITO NEOLIBERISTA IN ROTTA Ma da sola quella sconfitta non basta, dopo El Alamein arriva la batosta: ormai siamo alla ritirata di Russia, dopo la mattanza di Stalingrado. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma qui nella periferia dell’Impero si preferisce parlare di francescoboccia e nunziadegirolamo.
Altri due generali dell’Austerità mondiale hanno perso la loro battaglia, perché hanno sbagliato – scientemente – tutti i calcoli. Non sapevano usare Excel, come un soldato che non sappia usare una bussola.
Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff rappresentano il più inquietante caso di indirizzo di politiche anti-popolari su scala mondiale basato su assunzioni del tutto inventate (oltre che con pesanti coinvolgimenti personali).
Nel loro studio “This Time is Different” i due studiosi di Harvard affermavano, in pratica, che attraverso la loro ricerca potevano assicurare che gli Stati con un rapporto debito/Pil superiore al 90% erano destinati al declino, al contrario di quelle nazioni nelle quali, sempre per l’assunzione farlocca del punto 1 (meno spesa pubblica=più sviluppo) quel dato era basso.
Delirio matematico-economico travasato in bigonci che i camerieri eletti o tecnocratici hanno trasformato in politica lacrime e sangue: tasse, tagli, povertà, lacrime di coccodrillo.
Purtroppo non abbiamo anime che reagiscano con la passione e la competenza di Mike Norman, almeno nel ponte di comando.
1 CLAMOROSO ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA Nel Rapporto Annuale 2012 della Bce, di cui la stampa italiana ha sbrigativamente trattato nei giorni scorsi, si leggono le solite trite litanie. Gli enricoletta manco li pensano. Il cuore del dispaccio di guerra è a pagina 73.
Titolo: “Ulteriore risanamento dei conti pubblici è atteso nel 2013“. Ma come? E le fregnacce di Blanchard e di R&R? Possibile che Draghi non le abbia lette? Va bè. Andiamo avanti. “In rapporto al PIL, le entrate dovrebbero aumentare di 0,5 punti percentuali, mentre la spesa diminuirebbe di 0,3 punti. Si prevede che il debito pubblico dell’area dell’euro in rapporto al PIL continui ad aumentare, di 2,0 punti percentuali al 95,1 per cento, con valori superiori al 100 per cento in cinque paesi (Belgio, Irlanda, Grecia, Italia e Portogallo)”.
Tra minore spesa e maggiori tasse c’è un trasferimento di risorse da famiglie e imprese agli Stati dello 0,8% del Pil. E così “Il risanamento dei conti pubblici deve proseguire“. Ma come? Vediamo ancora: “Nonostante i progressi realizzati finora, occorre proseguire sulla via del risanamento per ripristinare la sostenibilità a lungo termine del debito nell’area dell’euro. Per quanto il risanamento possa dare luogo a un deterioramento temporaneo della crescita economica, se ben disegnato esso conduce a un miglioramento permanente dei saldi strutturali, con un impatto favorevole sulle traiettorie del rapporto debito/PIL“. Si faccia attenzione a questa affermazione: deterioramento “temporaneo” (viene da ridere), ovvero meno lavoro, meno consumi, meno “vita”, con impatto favorevole sulle traiettorie del debito/Pil.
Ma chi se ne frega di un dato astratto? Qualcuno mangia il rapporto debito/Pil? Alt. Qui arriva la menzogna scritta nero su bianco. Andiamo a capo. “Le evidenze empiriche mostrano che livelli persistentemente elevati del rapporto debito pubblico/PIL (intorno o superiori al 90 per cento) incidono negativamente sulla crescita economica”. Una menzogna ribadita dopo che è stata dimostrata falsa dagli stessi autori che l’hanno divulgata. Ma come è possibile? Continua: “Oltre ad avere un effetto diretto di spiazzamento dell’investimento privato, essi si associano a premi per il rischio sul debito pubblico più elevati, i quali comportano a loro volta tassi di interesse maggiori, con ripercussioni avverse per gli investimenti e altri ambiti dell’attività economica sensibili all’andamento dei tassi di interesse (tutto ciò non avviene ad esempio nel vicino Regno Unito, o non ha relazione ad esempio a quanto avviene fra Spagna e Italia, ma evidentemente c’è il dovere di sbagliare, a Strasburgo, ndr)”. “Il risanamento delle finanze pubbliche può favorire la crescita economica nel breve periodo” (poco fa si è scritto che aveva un impatto deleterio nel breve periodo, ndr) (…) “Accrescere la flessibilità dei mercati del lavoro, dei prodotti e dei servizi migliorerebbe in misura decisiva la capacità di tenuta delle economie dell’area dell’euro”. Ecco cosa si intende. Pagina 66, titolo: “Sono necessari ulteriori sforzi per continuare il processo di riequilibrio”. Il tutto per creare il “mercato comune” liberal-comunista: “Una sensibile, effettiva riduzione del costo del lavoro per unità di prodotto (…) è particolarmente urgente nei paesi dove l’elevata disoccupazione rischia di divenire strutturale e la concorrenza è debole“.
Ok. Claro. Sì, parlano di noi. Ancora, alla faccia di Blanchard e R&R: “(per aumentare la competitività) richiederà il contenimento della spesa e una maggiore efficienza di quest’ultima, in particolare nelle aree dell’istruzione, della sanità, della pubblica amministrazione e delle infrastrutture (…)”.
E inoltre, incredibilmente: “Le strategie di risanamento dei conti pubblici dovrebbero essere incentrate sul rigoroso rispetto degli impegni già assunti nell’ambito del Patto di stabilità e crescita e del fiscal compact (per l’Italia circa 50 mld di euro l’anno per 20 anni, ndr). Tutti i paesi sottoposti a procedure per i disavanzi eccessivi devono assicurare il pieno conseguimento degli obiettivi di bilancio (…) Laddove ciò non avvenga, occorrerebbe adottare misure procedurali tempestive nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi al fine di evitare che il consolidamento sia indebitamente ritardato e che venga compromessa fin dall’inizio la credibilità della nuova governance rafforzata per le finanze pubbliche“.
Ditelo a enricoletta.
2 CLAMOROSO SILENZIO DELLA STAMPA ITALIANA Insomma, Mario Draghi ripete a pappardella le raccomandazioni dimostrate errate (quando non peggio) del Fmi, continua a farne strumento di ricatto politico per centinaia di milioni di cittadini. Non c’è un giornalista che lo faccia notare. Prendo Barbara Corrao del Messaggero, la quale scrive “che la Bce ricorda che un rapporto debito/Pil oltre il 90% danneggia lo sviluppo”. Ma è tutto così, copia e incolla, anche a La Stampa, Repubblica, Rai.it, e via discorrendo.
3 PEGGIO, SEMPRE PEGGIO, A BERLINO NON HANNO PIETA’ Quanto letto sopra è lo zucchero. In Germania, infatti, vogliono che il caffè sia amarissimo, indigesto, e non vogliono neppure che si dia il minimo sollievo al malato: altro che Stati Uniti d’Europa, siamo agli Stati Leghisti d’Europa.
4 LETTA SE CI SEI BATTI UN COLPO Dunque la Banca Centrale Europea, sottratta al controllo democratico, dà indicazioni a stati ex sovrani di diminuire il costo di salari e stipendi basandosi su affermazioni dimostrate come false. Si auspica che il nostro nuovo Presidente del Consiglio, consapevole di errori tanto evidenti, chieda la verifica delle competenze degli estensori del rapporto, la rimozione del Presidente Mario Draghi per responsabilità oggettiva e apra immediatamente un tavolo europeo di verifica della congruità di tutti i documenti economici approvati su queste basi e il loro annullamento. Impossibile, forse. Lui non è un cuor di leone ma con Enrico Giovannini che in tv dice il contrario di quel che è scritto nei documenti ufficiali da lui firmati e con Fabrizio Saccomanni che affermava che “le misure di austerity porteranno ad una crescita attraverso la riduzione dei tassi di interesse”, c’è poco da sperare. Anzi, niente.
FONTE: http://www.rivieraoggi.it/
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