Nel XIII secolo Roma era in preda a continue sommosse, dilaniata da lotte intestine. Per sfuggire ai conflitti, Clemente V, papa francese eletto nel 1305 grazie all’appoggio del re di Francia Filippo il Bello, decise di trasferire la sede pontificia ad Avignone, città vassalla della Santa Sede, lontana dai conflitti sociali di Roma e isolata dalle pressioni esterne.
Il soggiorno dei pontefici ad Avignone, che Clemente V aveva ritenuto una soluzione provvisoria, durò in realtà più di cent’anni. Sette pontefici (dopo Clemente: Giovanni XXII, Benedetto XII, Clemente VI, Innocenzo VI, Urbano V e Gregorio XI) si succedettero nella cittadina francese, durante la cosiddetta “cattività avignonese” (1309 – 1377), fino a quando, Gregorio XI decise di riportare la sede papale a Roma. Ma dopo il Grande Scisma d’Occidente del 1378, provocato dall’elezione di due papi antagonisti da parte dello stesso collegio di cardinali, Avignone sarà la sede di due antipapi: Clemente VII, eletto con l’appoggio del re di Francia Carlo V in contrapposizione a Urbano VI, e Benedetto XIII. Quest’ultimo lascerà il palazzo nel 1403. Il Concilio di Costanza (1414 – 1418) pose fine allo scisma con l’elezione di Martino V nel 1417.
Giovanni XXII, il secondo papa eletto ad Avignone, insediò definitivamente la curia nella città e, a partire dal 1323, trasformò l’antico palazzo vescovile per farne una degna residenza pontificia. Nel 1334 il suo successore, il monaco cistercense Benedetto XII, affidò la costruzione di un palazzo fortificato all’architetto Pierre Poisson. All’interno del nucleo centrale fu edificata la Tour des Anges, dove il papa stabilì la sua residenza.
Via via l’antico palazzo vescovile lasciò il posto a un grande edificio destinato all’amministrazione della Chiesa. Le varie costruzioni, pesante e ammassate, furono alleggerite da finestre strettissime e vennero organizzate intorno a un cortile chiuso. Dotato a ogni estremità di alte torri, il Palais Vieux è simile a una fortezza, con le facciate ritmate da possenti contrafforti. Al suo rigore monacale si contrappongono il lusso e la magnificenza del Palais Neuf, la cui costruzione iniziò nel 1342. all’esterno, gli elementi difensivi diventano più rari, mentre all’interno abbondano volte a crociera, sculture, pregevoli affreschi e fini decorazioni. Tra le maestranze attive ad Avignone, vi è anche il pittore italiano Matteo Giovanetti, che affrescò, su incarico di Clemente VI, la Chapelle Saint Martial, la Chapelle Saint Jean e la sala della Grande Udienza.
I papi vollero ricreare così un ambiente altamente raffinato che accogliesse artisti e intellettuali. All’epoca di Clemente VI, alla metà del Trecento, Avignone era ormai l’indiscussa e prospera capitale del mondo cristiano d’Occidente, e il palazzo assomigliava assai più a una reggia che a una fortezza.
La città-stato di Avignone, con il circostante Venasino, restò per secoli proprietà della Santa Sede. Il palazzo divenne la residenza dei rappresentanti del pontefice, i legati, fino al 1791, quando i territori furono incorporati, plebiscitariamente, nel regno di Francia. Saccheggiato durante la Rivoluzione francese, il palazzo dei papi verrà poi utilizzato, fino al 1906, come caserma. Oggi, proprietà della città, accoglie ogni anno, in estate, nel cortile d’Onore, il celebre festival d’Avignon, ideato da Jean Vilar nel 1947.
Benché fosse una città francese, e gli italiani si lamentassero del trasferimento della sede papale da Roma, in realtà Avignone registrava una forte presenza italiana.
I mercanti che lavoravano con la curia, per esempio, in buona parte toscani (“lombardi” come si diceva allora), così come italiani erano molti degli impiegati, degli scrivani e soprattutto degli inttellettuali residenti presso la corte. Un nome tra tutti Francesco Petrarca, che in questa città conobbe la celebre Laura, cantata nei suoi sonetti.
Mecenate generoso e amante del lusso, Clemente VI, papa dal 1342 al 1352, si prodigò molto per garantire la prosperità di Avignone. Nel 1342, diede l’inizio alla costruzione del grandioso Palais Neuf. Ma nel 1348, quando la corte viveva ormai nella agiatezza, il terribile epidemia di peste diffusa in tutta l’Europa provocò, in pochi mesi, la morte della metà degli abitanti della città. Il papa offrì la protezione agli ebrei, accusati di essere responsabili del flagello, e si prodigò per aiutare gli appestati, purtroppo senza molta fortuna. La pestilenza, forse la peggiore che abbia colpito l’Europa, infuriò per mesi, falciando, secondo le ricerche di alcuni storici, circa la metà della popolazione del continente.
Il palazzo dei Papi e le sue sale danno un’impressione di austerità e incutono un certo timore, restituendo perfettamente l’idea del potere assoluto del pontificato, anche se oggi resta poco del lussuoso arredamento dell’epoca.
L’edificio più alto del complesso è la Tour de la Campane , la Torre della Campana, a nord-ovest, alta 50 metri .
Il Palais Veux (Palazzo vecchio) fu costruito tra il 1336 e il 1342 e concepito come fortezza e convento. Comprende un complesso di cappelle e di edifici per seguito e, nella Tour des Anges (torre degli Angeli), la camera del Papa, la più antica del palazzo, affrescata con delicati motivi floreali e uccelli, dipinti su fondo blu. Tra le atre stanze si ricorda la camera del Cervo, sulle cui pareti vi sono affreschi raffiguranti scene di caccia.
Il Palais Neuf (Palazzo nuovo), eretto tra il 1342 e il 1352, pur mantenendo l’impianto di fortezza riflette negli interni tutto il fasto e l’eleganza della corte.
Tra il Palais Veux e il Neuf si trova la Grande Chapelle , eretta in forme gotiche, a navata unica, sede delle celebrazioni solenni.
Tra gli altri edifici religiosi di Avignone, spicca la cattedrale di Notre Dame des Doms, esempio di stile romanico provenzale, a una navata con cupola centrale.
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