martedì 22 gennaio 2013
Sacsayhuamán (Cusco)
L'imponente struttura di pietra chiamata Sacsayhuamán, situata a ben 3555 metri d'altezza sul livello del mare, è il luogo più misterioso dell'intero continente americano.
In effetti quando i conquistadores, facenti parte dell'esercito di Pizarro, giunsero a Cusco nel 1533, rimasero attoniti di fronte a tale immenso monumento megalitico, dalle mure ciclopiche e pesantissime.
Gli spagnoli si domandarono come fosse stato possibile, per indigeni Incas, che disconoscevano l'utilizzo di carrucole, sottoutilizzavano la ruota e non conoscevano il ferro, trasportare massi pesanti fino a 200 tonnellate, smussarli in modo che s'incassassero perfettamente l'uno sull'altro e sollevarli per sitemarli uno sull'altro. Gli spagnoli si domandarono anche per quale occulto motivo degli indigeni, che per loro erano "arcaici", avrebbero costruito tale monumento, spendendo enormi risorse di tempo ed energia.
Queste domande, antiche di ben 477 anni, sono ancora attuali. Nessun studioso ha fornito prove sufficenti ed esaustive su come sia stata costruita Sacsayhuamán e soprattutto su quale fu la sua funzione. Nessuno inoltre sa realmente quando fu costruita, anche se ultimamente l'archeologia ufficiale ha indicato che indigeni della cultura Killke avrebbero costruito l'imponente struttura nel 1100 d.C.
Il tanto sbandierato metodo di datazione chiamato carbonio 14, funziona solo in presenza di materiale organico, ma non è in grado di datare il periodo nel quale si costruì un monumento. Il fatto è che, a mio parere, non è possibile datare un monumento di pietra solo perchè si trovano dei resti di ceramica (o di carbone), nelle sue fondamenta. Seguendo questa logica forse tra 10 anni sarà trovata altra ceramica in uno strato di terreno più profondo appertenente a una proto-cultura Killke magari databile al 900 d.C. E così si retrodaterà la costruzione della struttura in pietra al 900 d.C.
Sull'origine di Sacsayhuamán sono stati scritti decine di libri, e le teorie più strane sono state avanzate per spiegare come avvenne la costruzione, fatto tutt'ora avvolto nel mistero. Secondo alcuni Sacsayhuamán, era una città megalitica che riproduceva esattamente la capitale dell'antico regno di Atlantide, scomparso in seguito ad immani terremoti e innondazioni.
In effetti è strano che i macigni siano incassati perfettamente l'uno con l'altro, in modo che nemmeno la lama di un coltello possa passarvi attraverso. Come fu possibile costruire qualcosa di così perfetto senza i moderni strumenti di costruzione e taglio, nè la forza motrice, che apparve solo nel XIX secolo? Innanzitutto bisogna considerare il problema del trasporto di massi così grandi. Secondo alcuni ricercatori i macigni più pesanti (di andesite), si trovavano già nel sito di Sacsayhuamán, ma se così fosse, bisogna sempre spiegare come furono sollevati per essere posti, ed incassati, uno sull'altro.
In caso invece di cave situate in luoghi distanti da Sacsayhuamn, come furono trasportati i massi? Non disponendo di carri, nè di animali da soma come buoi o cavalli, si pensa che i massi più pesanti siano stati fatti scorrere sopra tronchi d'alberi sostenedoli con spessi cordami. Una volta raggruppati i macigni nel luogo dove sarebbe poi stata costruita la struttura, si proceddette a smussare i massi per poterli incassare gli uni con gli altri. Dobbiamo pensare che il tempo era considerato per gli antichi in modo diverso da come lo percepiamo ora.
Lavorare un macigno per mesi o anni era una cosa normale, il tempo era visto non come un limite, ma come un'opportunità. Per far si che un masso s’incassasse perfettamente con un altro gli antichi costruttori devono aver utilizzato delle mazze di pietra più dura dell’andesite, in modo da procedere a levigare la sommità di ciascun maligno e farlo combaciare con un altro.
Esiste anche la teoria di una pianta che, mischiata ad altre sostanze naturali, renderebbe la pietra facilmente malleabile, come fosse del pongo, utilizzato dai bambini per giocare.
Secondo alcuni ricercatori gli antichi abitanti dell'altopiano erano in possesso di alcune tecniche di alchimia che permettevano appunto di modellare la roccia a piacimento per poi renderla nuovamente durissima.
Secondo una leggenda ricorrente presso Cusco, il Padre Jorge Lira dimostrò negli ultimi anni del XX secolo che la tecnica per rendere le pietre malleabili era reale e si basava sull'utilizzo di una pianta chiamata jotcha. Sembra però che il sacerdote non riuscì ad indurire nuovamente il masso. In ogni caso i suoi esperimenti non furono mai supportati da controprove scientifiche e l'intera storia rimase sempre nascosta dentro ad un alone di mistero.
Anche se si ammette che gli antichi cotruttori di Sacsayhuamán riuscirono ad lavorare i macigni in modo da farli incassare l'un l'altro, rimane sempre l'enigma di come riuscirono a sollevarli per poterli sistemare uno sull'altro.
fonte www.yurileveratto.com
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