L'origine del misterioso potere attribuito ai gatti neri è da ricercarsi nell'antico Egitto, paese in cui il culto della dea Bastet, la dea gatto, rese i gatti animali sacri. Ma il gatto era anche vicino ad un altro culto, quello della dea Iside (Artemide per i Greci e Diana per i Romani), che era la dea della notte, il cui colore era appunto il nero.
E' naturale che il gatto nero diventasse l'animale più caro alla dea della notte.
Ma Iside era anche la Dea della fortuna e da qui ebbe inizio un altro filone delle credenze legate al gatto nero, opposto a quello più noto: anche lui, incarnazione animale della Dea, aveva poteri protettivi.
Presso i Romani e altri popoli dell'antichità un gatto nero, per esempio, era considerato di buon auspicio sulle navi.
Il Cristianesimo segnò però la fine dei culti pagani.
I gatti per molti secoli non godettero di grande fortuna. Nei loro riguardi si operò in modo atroce: si seppellirono i gatti per "seppellire" i culti pagani.
"I missionari cristiani usarono la contraddittoria percezione del gatto a loro vantaggio e diffusero l'idea che per assicurarsi un buon raccolto fosse necessario seppellire nel campo, durante la semina, un gatto nero.
Non contenti, introdussero anche la tradizione di di sacrificare un gatto come "ringraziamento" per il raccolto."
I gatti non smisero di essere considerati dall'umanità animali dotati di poteri misteriosi, ma sempre più diffusamente tali poteri assunsero una connotazione maligna: i nostro amati mici furono per secoli considerati inviati del demonio e creature malvage alleate delle donne, spesso considerate, a loro volta, delle streghe.
Con l'Inquisizione iniziò la loro metodica persecuzione, in special modo quella dei gatti neri.
Donne e gatti finirono sul rogo a migliaia.
Per quel che riguarda il gatto nero, le credenze si divisero in due "correnti di pensiero" opposte: gli furono attribuiti sia poteri negativi (portare sfortuna), sia, al contrario, poteri positivi (portare fortuna), come accadde nei paesi anglosassoni
Secondo questa tradizione un gatto nero portava, dunque, benessere, amore e soldi.
Anche la superstizione del "gatto nero porta sfortuna", che ha gravato sul destino dei gatti neri per secoli, è continua fino ai nostri giorni.
Ma se ci allontaniamo dalle credenze più popolari, troviamo il gatto nero protagonista di opere d'arte
Famosissimo è il dipinto di Edouard Manet "Olympia", che suscitò un grande scandalo, non perché vi fosse rappresentata una donna nuda, ma perché la donna nuda rappresentata è una prostituta dell'epoca.
E accanto a lei sul letto? Ben piazzato un bel gatto nero!
Celebre è stato anche il locale "Le Chat Noir" di Parigi la cui insegna fu dipinta da Thèophile-Alexandre Steinlen, particolarmente amante dei gatti: il ritrovo di artisti ed intellettuali della Belle Epoque non poteva avere che il nome del gatto più amato e temuto della storia: finalmente liberato da ogni connotazione di negatività, diventa l'icona della più affascinante e sfrenata vitalità.
Senza dimenticare il primo vero "micio-mito" dei cartoon, l'immortale "Felix The Cat", che, non a caso, è completamente nero.
Un gatto nero che si trasforma in una terribile maledizione per colui che gli ha fatto del male è, invece, il protagonista del racconto "Il Gatto Nero" di Edgar Allan Poe.
Il gatto di Poe può rappresentare, forse, la vendetta di tutta la stirpe dei gatti neri nei confronti della stupidità umana. Stupidità, ormai, millenaria.
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