Per la prima volta, all'epoca dei Medici, verso il 1580, appare il nome "Il nuovo e molto dilettevole giuoco dell'oca", ma la più antica stampa conosciuta del "gioco dell'oca" risale al 1640. Fu pubblicata a Venezia da Carlo Coriolani. Al centro vi è raffigurata una famiglia seduta attorno ad una tavola imbandita e nel bel mezzo un'oca arrosto. In alto sul bordo del foglio è scritto "Il dilettevole gioco di loca". Molto probabilmente da qui deriva il nome del gioco , secondo altri studiosi invece proviene dall'usanza dei giocatori di impiegare la vincita per comperare una bella oca. Certo è che questo gioco è molto antico come testimoniano documenti rinvenuti in tombe egizie e reperti cinesi. Rappresentava il concetto del bene (le oche) e del male (le avversità, gli ostacoli).
La Struttura simbolica del Gioco dell'Oca
Secondo Fulcanelli, il Gioco dell'Oca è "un labirinto popolare dell'Arte sacra e una raccolta dei principali geroglifici della Grande Opera" (Fulcanelli, Le Dimore Filosofali). La sua struttura a spirale, ripartita in 63 tappe in cui ricorrono alcuni simboli fissi, conduce verso il raggiungimento del centro, del "giardino dell'oca", meta di un cammino sapienziale iniziatico.
E' interessante notare innanzitutto che la spirale del gioco si svolge sempre in senso sinistrorso, come ad indicare che il raggiungimento del centro va inteso nel senso di una "via del ritorno", di una risalita verso l'origine, verso l'Uno.
L'Oca che dà il nome al gioco è un animale tenuto in grande considerazione da molti popoli antichi, a partire dagli Egizi per giungere ai Greci. I Romani avevano affidato alle oche il compito di vegliare sul tempio di Giunone, nel Campidoglio. Per i Celti, il palmipede era simbolo dell'aldilà e guida dei pellegrini, ma anche simbolo della Grande Madre dell'Universo. Le regole del gioco si conformano a questa valenza sacra dell'animale, sottolineando il suo ruolo di "guida provvidenziale": capitare su una casella contrassegnata da un'oca permette infatti di abbreviare il percorso, raddoppiando il punteggio ottenuto.
Il numero delle caselle, 63, è particolarmente significativo: come prodotto di 9 x 7 permette di intendere il percorso come successione di 7 cicli di 9. Questi numeri si collegano direttamente alla teoria degli "anni climaterici", tenuti in grande considerazione dall'astrologia classica: i cicli settenari e novenari segnano infatti gli anni fondamentali della vita umana che, in questo caso, si concluderebbe col sessantatreesimo anno, chiamato "il grande climaterio". In questo senso il gioco può essere inteso come una rappresentazione simbolica del percorso stesso della vita. Ma c'è di più: la casella 63 è quella che permette di accedere al centro della spirale, al "castello o giardino dell'oca" che non è numerato. Considerando anche il centro, avremmo in tutto 64 caselle e questo numero, oltre ad essere simbolo dell'Unità, verso la quale il cammino ci deve ricondurre (6+4=10; 1+0=1), è il prodotto di 8 x 8 e suggerisce immediatamente una possibile analogia del nostro gioco con quello degli scacchi, che, a sua volta, ha la sua matrice simbolica nei 64 esagrammi dell'I Ching o "Libro dei Mutamenti", i cui simboli descrivono appunto tutti gli stadi possibili dell'esistenza umana.
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