IL CAVALLO NELLA STORIA
Gli antenati
Già 55 milioni di anni fa viveva sulla terra un piccolo animaletto, di nome Eohippus, che può essere considerato il bis-bis-bis-bis-nonno dei nostri pony e cavalli, da lui infatti ebbe origine la famiglia degli equidi (cavalli, asini e zebre). Eohippus era piccolo più o meno come una volpe e si cibava prevalentemente di foglie, piccoli arbusti e frutti.
Aveva 4 dita nelle zampe anteriori e tre in quelle posteriori: tutte le dita erano provviste di piccoli zoccoli, tuttavia Eohippus non camminava sugli zoccoli, ma su dei piccoli cuscinetti, simili a quelli dei cani.
L’equus è apparso circa un milione e mezzo di anni fa nel nord America e da lì si è diffuso in Asia, in Europa e in Africa.
In seguito all’ultima era glaciale (circa 10.000 anni fa), si estinse in America, ma riuscì ad adattarsi e a sopravvivere in Europa, in Asia e in Africa.
Qui presero il sopravvento i rami evolutivi che hanno portato alle zebre e agli asini, mentre in Europa e in Asia si svilupparono quattro diversi tipi di cavallo preistorico che hanno dato origine, attraverso incroci e adattamenti ambientali, alle razze come le conosciamo oggi.
Probabilmente la prima vera “cavalleria” della storia, cioè il primo esercito con un gruppo di guerrieri che combattevano a cavallo, fu l’armata di Alessandro il Grande, il quale nel 326 a.C. arrivò fino in India.
Nella storia antica troviamo poi Alessandro Magno e Bucefalo sempre al suo fianco in tutte le sue grandi imprese.
Il nome “Bucefalo”, che significa “testa di bue”, faceva riferimento all’ampia fronte e al profilo leggermente concavo (caratteristico dei cavalli di razza orientale, in particolar modo di una particolare razza della Tessaglia). Bucefalo aveva il mantello nero e una stella bianca in fronte ed era più grosso rispetto agli altri cavalli e secondo i racconti si lasciò cavalcare solo dal suo padrone.
Quando morì fu sepolto con gli onori militari e su quel suolo fu fondata la città di Bucefalia.
Nell’Antica Roma non possiamo non ricordare Caligola, che amava molto i cavalli e, che sia vero o no, l’Imperatore è passato alla storia, non tanto per le sue imprese eroiche, ma per aver nominato console proprio il suo destriero di nome Incitatus.
Napoleone, invece, viene spesso raffigurato nei quadri in groppa al suo famoso cavallo bianco.
Si legge che l’Imperatore francese, nonostante avesse 130 cavalli, amava molto il destriero candido: si trattava di un piccolo stallone bianco Arabo, a cui era stato dato il nome di Marengo a ricordo della battaglia del 1800 in cui con coraggio servì il suo padrone.
Arrivò dall’Egitto dopo la battaglia di Abukir. Marengo morì a 38 anni.
Il suo scheletro, al quale era stato tolto uno zoccolo, è esposto al National Army Museum a Sandhurst.
Lo zoccolo fu messo in una tabacchiera e Napoleone ne fece dono al Corpo Ufficiali della Brigata delle Guardie
L’amata cavalla di Giuseppe Garibaldi si chiamava invece Marsala.
Il generale, secondo molti racconti, curava l’animale con mezzo secchio di marsala ogni volta che la bestia non appariva in buone condizioni di salute. La cavalla è morta a Caprera proprio come il generale.
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