Creature giganti in Antartide. La scoperta e' di alcuni scienziati australiani che hanno catturato meduse con tentacoli lunghi 6 metri, ragni marini grandi come un piatto, vermi enormi. E il 25% degli organismi ritrovati dagli esperti era finora sconosciuto. Una grande scoperta che dimostra come il mare sia ancora ignoto. ''Sappiamo appena il 2% di quello che nasconde il mare. Una cifra simbolica per dire che siamo quasi a zero di questi sette/decimi del nostro Pianeta'', ha commentato l'esperto di mare e documentarista Folco Quilici.
''Basti pensare che - ha aggiunto Quilici - i calamari giganti sono alcuni milioni, visto che costituiscono il cibo quotidiano per i capodogli che a loro volta sono ancora un milione nelle acque del mondo. Ogni capodoglio mangia 250 chili di calamari al giorno. Non sono tutti giganti, ma la maggioranza sì e noi non abbiamo testimonianza di questi svariati milioni di creature grandi come Suv». Il fatto - prosegue Quilici - è che il mare ci deve dire tutto. Per esempio non sappiamo cosa ci sia sotto la calotta polare nel nord. I sottomarini che l’hanno percorsa non riescono a vedere nulla.
E allora cerchiamo di non distruggere il mare prima di conoscerlo".
Non a caso la spedizione che ha fatto venire alla luce questi nuovi giganti del mare ha lo scopo di effettuare un censimento delle forme di vita presenti in Antartico, in mare aperto e sotto i ghiacci, oltre a definire un archivio di dati che consentirà di osservare cambiamenti futuri. Il progetto si chiama Collaborative East Antarctic Marine Census (Ceamarc) e fa parte di un progetto coordinato dall’Australian Antarctic Division, che prevede altre 16 spedizioni nell’ambito dell’International Polar Year (2007-2009). Le tre navi impegnate nell’ultima esplorazione, Aurora Australias, la francese Astrolabe e la giapponese Umitaka Maryu, hanno attraccato a Hobart, in Tasmania, cariche di esemplari da analizzare. Alcune creature, trovate ad una profondità tra i 200 e i 1.400 metri, pesano oltre 30 kg.
"Gli esemplari ritrovati verranno inviati ad università e musei in giro per il mondo per l’identificazione, la catalogazione dei tessuti e l’analisi del loro Dna - afferma Graham Hosie, alla guida del progetto sulla Umitaka Maru - non tutte le creature che abbiamo rinvenuto potranno essere identificate ed è molto probabile che alcune nuove specie saranno registrate come risultato di questi viaggi". In ballo non c’è solo il censimento, ma anche comprendere l’impatto dei mutamenti climatici nelle acque dell’Antartico: "Abbiamo visto vaste distese coralline basate su organismi calcarei - spiega Martin Riddle, alla guida del gruppo di ricerca sulla Aurora Australias - e proprio questi sono quelli che potrebbero andare perduti, a causa della crescente acidità delle acque".
"Il gigantismo è una caratteristica comune nelle acque antartiche - ha aggiunto Riddle - dove abbiamo raccolto vermi enormi, crostacei giganti e ragni grandi come piatti. Molti vivono al buio - ha proseguito - e hanno occhi grandi che conferiscono loro uno strano aspetto". La spedizione antartica australiana aiuterà gli scienziati a capire quanto l’impatto dei cambiamenti climatici, come l’acidificazione delle acque dovuta all’aumento dei livelli di ossido di carbonio nell’atmosfera, possa condizionare la crescita degli organismi marini. "Si prevede che i primi effetti di questo processo saranno visibili nelle acque profonde dell’Antartide", ha detto Riddle.
Fonte: www.ansa.it
Nessun commento:
Posta un commento