Sopra le teste il politico campa
sotto il popolo crepa
Segretaria di Bersani indagata per truffa a regione Emilia Romagna BOLOGNA,
24 OTT – Zoia Veronesi, storica segretaria di Pier Luigi Bersani, e’ indagata alla Procura di Bologna per truffa aggravata ai danni della Regione Emilia-Romagna. A mettere in moto l’inchiesta fu nel 2010 un esposto del deputato Enzo Raisi, in cui si ipotizzava la creazione di un incarico appositamente per lei da parte della Regione per cui lavorava (da tempo e’ dipendente del Pd), che le consentisse di continuare a seguire a Roma l’attivita’ del segretario Pd ed ex presidente della Regione. ansa
Vendola, concorso in abuso d’ufficio: pm chiedono 20 mesi
25 ott – I Pm di Bari hanno chiesto la condanna a un anno e 8 mesi per concorso in abuso d’ufficio nei confronti il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, in riferimento alla vicenda del concorso per il posto da primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli, nel corso del giudizio in forma abbreviata, così come chiesto dal governatore, che si sta svolgendo davanti al gup del Tribunale di Bari, Susanna De Felice. Dopo la richiesta formulata dal pm Desirè Digeronimo, che con il pm Francesco Bretone e procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno, è titolare dell’inchiesta, sono in corso le arringhe delle parti. Vendola è assistito dall’avvocato Vincenzo Muscatiello ma non è escluso – spiega il portavoce – che possa rendere dichiarazioni in aula. La sentenza potrebbe già arrivare in serata. tmnews
25 ott – La Guardia di Finanza del comando provinciale di Napoli – Nucleo di polizia tributaria – al termine di una lunga indagine coordinata dalla procura della Corte dei Conti della Campania ha notificato un atto di “citazione in giudizio” a 17 persone, tra cui l’ex presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, l’ex ministro Willer Bordon, l’ex sottosegretario Raffaele Morese. L’operazione, condotta dalle Fiamme gialle, avrebbe fatto chiarezza su un enorme spreco di denaro pubblico nell’ambito del settore delle bonifiche ambientali, nella fattispecie nella zona flegrea e domiziana e nell’agro aversano, che avrebbe determinato danni all’erario per 43 milioni di euro. Ha operato il Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza che ha ricostruito nel dettaglio ”la complessa vicenda riferita ad un contratto stipulato nel 2002 tra la società Jacorossi Imprese Spa, la Regione Campania e il commissariato di governo per l’emergenza bonifiche e la tutela delle acque della Regione Campagnia – spiegano gli investigatori – per la realizzazione del progetto piano per la gestione degli interventi di bonifica e rinaturalizzazione dei siti inquinati del litorale Domizio flegreo ed Agroaversano”. In base alle indagini svolte dalle Fiamme Gialle il viceprocuratore generale della Corte dei Conti, Pierpaolo Grasso ha potuto rilevare ”che l’affidamento dell’appalto era intervenuto non solo senza gara pubblica ed in assenza della prevista certificazione Soa, necessaria a comprovare la capacità tecnica ed economica dell’impresa per l’esecuzione dell’appalto pubblico ma anche in dispregio dei vari pareri negativi espressi dai competenti uffici ministeriali e dall’Anpa (Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente)”. Infatti tali enti avevano subito evidenziato che il progetto della Jacorossi fosse carente di numerose informazioni necessarie per un’adeguata valutazione dell’opera da realizzare. I citati in giudizio oltre a Bassolino nella sua qualità di ex presidente della Regione Campania e di ex commissario straordinario per le bonifiche e dell’ex ministro all’Ambiente Bordon e dell’ex sottosegretario Raffaele Morese sono l’ex assessore regionale alla Pubblica istruzione Adriana Buffardi, i due subcommissari Raffaele Vanoli e Arcangelo Cesarano, il vicepresidente della Giunta regionale dell’epoca Antonio Valiante e tutti gli ex assessori che si sono succeduti nel tempo: Vincenzo Aita, Gianfranco Alois, Luigi Anzalone, Teresa Armato, Ennio Cascetta, Maria Fortuna Incostante, Federico Simoncelli, Marco Di Lello, Luigi Nicolais e Rosalba Tufano. adnkronos
Catania, abuso d’ufficio e truffa: marito di Finocchiaro e altri 3 a giudizio
25 ott – Sono quattro i rinvii a giudizio per abuso di ufficio e truffa nell’ambito dell’inchiesta sulla procedura amministrativa che aveva portato, a Catania, all’affidamento senza gara dell’appalto per l’informatizzazione del Presidio territoriale di assistenza (Pta) di Giarre, assegnato alla Solsamb srl, società guidata da Melchiorre Fidelbo, marito di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. Oltre a Fidelbo, ci sono anche il manager l’ex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania Giuseppe Calaciura, il direttore amministrativo dell’Asp Giovanni Puglisi e il manager dell’Asp etnea Antonio Scavone. Il legale di quest’ultimo, l’avvocato Carlo Galati, sottolinea come il suo assistito sia “totalmente estraneo alla vicenda ed è documentalmente provato che lo è. Spero che il dibattimento chiarisca inequivocabilmente quanto abbiamo già dimostrato perché è tutta documentazione cartacea prodotta al gip che attesta la linearità del comportamento del dottore Scavone”. Gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari erano stati firmati dal procuratore Michelangelo Patanè e dal sostituto Alessandro La Rosa, e sono stati notificati dalla Guardia di Finanza. Al centro dell’inchiesta la stipula della delibera 1719 del 30 luglio del 2010 che autorizzava l’Asp di Catania a stipulare un convenzione con la Solsamb per il Pta di Giarre che, secondo l’accusa, sarebbe stata redatta “senza previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna”, come prevede la normativa regionale. adnk
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