In Australia le sacre tradizioni raccontano di un tempo mitico in cui la cultura fu portata direttamente dal cielo. È il mito di Wondjina, nome locale che identifica misteriosi esseri arrivati dal cielo durante un periodo conosciuto come il dreaming. Centinaia di pitture rupestri rappresentano questi esseri con volti non umani circondati da qualche cosa che sembra un cappuccio spaziale o una sorta di aureola di luce. Perché il periodo è ricordato come “the dreaming”?
Pare che questo nome sia indirettamente collegato al famoso Ayers Rock: luogo sacro degli aborigeni, sede di miti e, secondo le leggende locali, sede di questi misteriosi esseri. Scavando più a fondo nel mito si viene a conoscenza che dagli stranieri appresero la capacità del lucid dream (il sogno lucido): una capacità precognitiva che si manifesterebbe proprio durante il sogno. Si manifesterebbe tuttavia alla sua massima potenza stando a stretto contatto con l’antica sede di questi esseri, appunto l’Ayers Rock.
Ci sono diversi miti riguardanti questo misterioso monte, come la misteriosa leggenda dell’arrivo dal cielo di un uovo rosso dal quale sarebbero sbucati esseri bianchi (nordici, grigi?) con i loro bambini, ma non sopravvissero, pare per un disadattamento all’atmosfera terrestre. Essi avrebbero portato la vita e la cultura sulla terra. Si parla di giganti, di totem, di dèi animali tramutarsi in ruscelli, fiumi e monti e di tante altre fantastiche cose racchiudenti in sé sicuramente una simbologia cosmica molto affascinante. In un periodo misterioso della storia, il “dreaming” o “dream time”, genti di altri pianeti giunsero nella selvaggia Australia a portare la cultura, istruendo gli aborigeni in precise capacità psichiche? Può anche essere, e il misterioso Ayers Rock potrebbe essere stato una sede di sperimentazione scientifica avanzata dove si studiavano le capacità mentali dei terrestri. Sebbene possa sembrare ancora fantascienza il mito parla chiaramente di esseri giunti dal cielo per portare la cultura
Non faticheremo a trovare in altre misteriose pitture rupestri volti con tratti difficilmente umani. Si tratta del Baiame Wiradjur caratterizzato da alcuni dettagli singolari: sembra una rappresentazione paleolitica di un grigio, come si scorge nella foto. La leggenda aborigena, molto simile a tante altre nel mondo, racconta la sua venuta dal cielo: una volta installatosi presso le tribù portò loro la civiltà e poi, dopo un certo periodo, tornò al firmamento diventando così l’eroe del cielo. La leggenda della sua venuta e la rappresentazione rupestre troppo simile agli ipotetici grigi ci fa pensare che questo eroe sia stato effettivamente un essere di un altro mondo. Come possiamo spiegare ovunque nel mondo la presenza di esseri stellari portatori di cultura? La loro venuta fu frutto del caso oppure seguì un preciso piano mirante alla civilizzazione? Schiere di alieni giunti sulla Terra in un tempo immemorabile decisero di condurre verso uno stadio superiore l’umanità? Potrebbe anche essere e l’ingenuità del mito delle genti del mondo periferico e barbaro custodisce ancora il segreto della giovinezza della Terra, un tempo mitico e sacro cancellato dal tempo e dalla dimenticanza della gente.
Pasquale Arciolo
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