Nel 1474 Enrico IV di Castiglia, noto come “El Impotente”, mori lasciando una figlia, illegittima. La sorellastra diciassettenne di Enrico, Isabella la Catolica, si fece proclamare regina nell’Alcàzar di Segovia, chiamando il vescovo per dare legittimazione religiosa alla sua incoronazione.
DIMORA SECOLARE DELLA DINASTIA TRASTAMARA
Isabella la Cattolica era l’ultima – e unica – rappresentante della dinastia Trastamara, che per oltre un secolo, dal 1369, aveva regnato sulla Pastiglia dall’Alcàzar di Segovia. Il capostipite, Enrico II il Magnifico, era salito al trono dopo aver assassinato il fratellastro Pietro il Crudele. Sposando Ferdinando d’Aragona, Isabella uni i due principali Stati cristiani della penisola iberica, da cui nacque il nuovo Stato unitario spagnolo.
Già in epoca visigota esisteva al posto dell’Alcàzar una rocca, poi trasformata dagli Arabi in poderosa fortezza. Dopo la “Riconquista” cristiana l’edificio venne rimaneggiato e ingrandito, servendo da residenza reale fino al 1570, quindi da carcere di Stato e infine da Accademia militare (Real Collegio de Artilleria). Distrutto da un incendio nel 1862, fu in parte ricostruito vent’anni più tardi in forme abbastanza fedeli all’originale, ma con alcuni interventi di gusto eclettico, visibili soprattutto nelle coperture. L’architetto che curò la ricostruzione fu A. Bermelo.
L’OSSERVATORIO DI ALFONSO IL SAGGIO
Nell’Alcàzar Alfonso X il Saggio (1221 -1284) aveva installato un osservatorio astronomico per l’osservazione delle stelle. Sulla base delle sue ricerche egli era pervenuto, ben prima di Copernico e di Galileo, alla conclusione che è la terra a girare intorno al sole, e non viceversa.
Poiché tuttavia questa teoria contrastava con la dottrina ufficiale della Chiesa, il sovrano rinnegò, almeno in pubblico, tali affermazioni, considerate eretiche. Alfonso resta tuttavia il sovrano più colto e saggio del medioevo, sostenitore della convivenza pacifica fra cristiani, ebrei e musulmani. Nel 1257 fu per un breve tempo anche re tedesco, carica da cui venne tuttavia rapidamente deposto per le convergenti pressioni della Chiesa e della nobiltà.
LA SCELTA DI GIOVANNA
Dopo la morte dei re cattolici, Isabella e Ferdinando, la corona di Spagna passò non alla figlia Giovanna, erede diretta dei due sovrani, ma al nipote Carlo. Giovanna, che aveva sposato Filippo di Borgogna, figlio dell’imperatore Massimiliano, era infatti caduta in uno stato di profonda depressione in seguito alla morte improvvisa del marito appena ventottenne. Dichiarata pazza, venne internata e praticamente tenuta prigioniera in uno sfarzoso palazzo di Tordesillas.
Carlo ottenne dunque la corona al posto della madre, con il nome di Carlo I di Spagna. Nel 1519 divenne anche imperatore con il nome di Carlo V. Nelle sue mani vennero riuniti tutti i territori degli Ausburgo: i Paesi Bassi, gran parte dell’Italia, la Spagna e le sue colonie americane. Nell’insieme costituivano quell’impero “su cui non tramonta mai il sole” che segno l’apice della dinastia. I meno entusiasti erano proprio gli spagnoli, che pure costituivano il perno dell’impero.non perdonavano al sovrano di circondarsi di funzionari stranieri e, forse con ragione, di aver calcato la mano sulle tasse per finanziare le continue guerre in cui era impegnato.
Nel 1520 scoppiò una rivolta dei nobili delle città (detti Comuneros), guidati da Juan Bravo di Segovia. L’antica cattedrale vescovile andò distrutta, mentre Alcazar usci indenne dai tumulti. I ribelli inviarono una delegazione da Giovanna la Pazza mettendola di fronte a un’alternativa che ritenevano irresistibile: diventare una regina amata dal suo popolo o restare la madre interdetta di un imperatore detestato. Tuttavia Giovanna rifiutò il titolo che le spettava. Nel 1521 i Comuneros furono definitivamente battuti e una settantina di loro furono decapitati.
LE ORIGINI DELLA TIPOLOGIA DELL’ALCAZAR
Il tipo architettonico dell’Alcàzar – il castello appollaiato sull’alto di una rupe, cosi da dominare l’abitato – è tipico della Spagna, ma è una miscela di diverse civiltà. Quella moresca, innanzitutto, perché furono gli Arabi a diffondere questo particolare edificio nella penisola iberica, sia pure spesso utilizzando preesistenze celtiberiche, romane, visigote. Arabo è lo stesso nome, deformazione di “alcasr”: ma questo è, a sua volta, l’adattamento arabo della parola latina “castrum”, cioè accampamento fortificato, castello (che, da parte sua, è il diminutivo di “castrum”). C’è insomma, in un nome tutta la storia del Mediterraneo.
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