La Tasmania fu avvistata per la prima volta nel 1642 ma popolata dagli occidentali solo a partire dagli inizi del XIX secolo, quando venne istituita una colonia penale dove venivano inviati i più pericolosi criminali britannici.Oggi la Tasmania da prigione degli uomini si è trasformata in paradiso degli animali autoctoni come: l’echidna, il vombato, l’ornitorinco, il bandicoot e il più famoso di tutti il diavolo della Tasmania, salvato dall’estinzione proprio grazie alla tutela esercitata nei parchi nazionali dell’isola.
La Tasmania fu avvistata per la prima volta da un europeo nel 1642, si trattava di Abel Tasman, un esploratore olandese che chiamò quella terra Anthoonij van Diemenslandt che fu successivamente abbreviato dagli inglesi in Van Diemen’s Land che si traduceva con “la terra di Diemen”, in onore del governatore olandese della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Questi, infatti, aveva incoraggiato e organizzato l’espolorazione dell’Australia meridionale.
Cook racconta in uno dei suoi diari di bordo che Tasman non esplorò mai la terra scoperta poiché riteneva che questa fosse soltanto una penisola nel continente australe e anche perché l’unica volta che si avventurò oltre la linea di costa gli indigeni uccisero diversi tra i suoi uomini.
I terribili indigeni tasmani evidentemente di indole non accogliente scacciarono malamente anche il capitano francese Marc Joseph Marion du Fresne, che nel 1772 aveva condotto una spedizione nell’Oceano Indiano che aveva successivamente fatto rotta verso la Van Diemen’s Land.
Questo atteggiamento lo indusse a battere in ritirata verso la Nuova Zelanda.
Finalmente nel 1777 fu la volta di James Cook che con la sua Resolution approdò a sud di Hobart sulla Aduventure Bay, ma solo nel 1798 il navigatore inglese Matthew Flinders scoprì lo stretto tra l’Australia e la Tasmania, nell’occasione in cui circumnavigando l’isola si accorse che l’iniziale stima di Tasman era scorretta e che non si trattava di una penisola, ma di una vera e propria isola a sé stante.
Lo stretto prese il nome del chirurgo di bordo della spedizione ossia George Bass.
Il primo insediamento nacque sostanzialmente per evitare che i Francesi rivendicassero il dominio sull’isola e avvenne ad opera degli Inglesi nel 1803 quando venne stabilita una temibile colonia penale e i conquistatori diedero il via a una spietata caccia agli indigeni che furono sterminati nonostante il loro numero fosse di appena circa 5.000 individui.
Hobart divenne la capitale della Van Diemen’s Land nel 1898 quando fu fondata nei pressi della frastagliata foce del fiume Derwent. Tuttavia, la fama dell’isola non cambiò a causa delle terribili condizioni in cui imperversavano i prigionieri.
Quando questo periodo di atrocità e miseria umana terminò, gli isolani per affrancarsi dal passato cambiarono il nome dell’isola da Van Diemen’s Land a Tasmania.
Una percentuale particolarmente ampia del territorio tasmano è destinata ad ospitare i parchi nazionali, nonostante l’azione dell’uomo ha nel tempo devastato grandi aree naturali con l’industria del legno e con quella dell’estrazione mineraria.
L’isola appare separata dall’Australia continentale da ben 300 chilometri, una distanza che nel corso delle ere geologiche ha consentito far nascere, crescere e mantenere in isolamento ecologico specie sia di flora che di fauna uniche al mondo.
Delle numerose meraviglie naturalistiche della Tasmania una delle specie vegetali più significative è il Pino di Huon, che è da considerarsi come l’albero più antico del pianeta. L’eucalipto australiano, invece, è nativo oltre che dell’Australia anche della Tasmania e gli esemplari qui presenti raggiungono dimensioni gigantesche che titaneggiano sulla natura insieme alle grandissime sequoie.
Davanti alle coste ad est della Tasmania si trova Maria Island, un’isola rocciosa dichiarata parco nazionale dal 1971 per proteggerne la flora e la fauna.
Qui alcune specie sono autoctone mentre altre sono state portate dall’uomo per proteggerle dal pericolo di estinzione: così è stato ad esempio per il diavolo della Tasmania che è stato introdotto a partire dal 2005.
Tra gli animali più iconici della Tasmania il posto d’onore è occupato proprio dal diavolo della Tasmania e protetto proprio nel Maria Island National Park.
Tra i più curiosi esemplari della fauna vi è l’ornitorinco, è un piccolo mammifero che vive nelle acque e sulle coste orientali della Tasmania che si distingue da ogni altra specie per essere l’unico mammifero oviparo del mondo, infatti al posto di dare alla luce i propri piccoli, questi nascono dalle uova deposte dalla madre.
Il vombato, invece, è un piccolo marsupiale dalla coda e dalle zampe di piccole dimensioni, mentre tra gli altri animali endemici vi sono anche il wallaby collo rosso e l’oca di capo Barren.
I paesaggi della Tasmania comprendono montagne di un’altezza contenuta ma dalle sembianze spettacolari come il Monte Ossa che raggiunge i 1617 metri, ma l’armonia naturale dell’isola è data anche dai corsi d’acqua, dai laghi, e dalle foreste pluviali sopravvissute al disboscamento selvaggio che le cingono armoniosamente il paesaggio; e ancora dalle coste battute dal vento e dagli esemplari unici della fauna che vivono liberi nei parchi nazionali.
Nel Tasman Nation Park una delle meraviglie più suggestive è costituita dalle scogliere di dolerite che torreggiano da un’altezza di 300 metri e costituiscono uno dei confini del parco.
Nel Tasman National Park viene ospitata una vasta selezione di animali marini e terrestri, tra i quali l’opossum dalla coda a spazzola, i pinguini, i delfini, le foche australiane e le balene che si trovano a solcare i mari della Tasmania quando migrano verso altri mari.
Sulla costa nord-est della Tasmania si trova, invece, la Bay of Fires che assunse questo nome nel 1773 grazie al capitano Tobias Furneaux che dalla sua nave avvistò i fuochi degli aborigeni sulle spiagge.
Tuttavia, il suo nome potrebbe anche riferirsi al colore arancio acceso dei licheni disposti sui massi di granito che circondano la baia.
Binalong Bay è la spiaggia principale della baia e con la sua sabbia bianca e le sue acque cristalline, è perfetta per chi ama nuotare o praticare snorkeling.
La barriera corallina poi offre la possibilità di osservare un’incredibile biodiversità marina.
Nel Mount Field National Park si trovano le spledide cascate Russel, all’interno di una foresta pluviale temperata che si trova a poco più di 70 chilometri da Hobart. L’area è anche famosa per via dell’ultimo esemplare di tilacino, ovvero del più grande marsupiale carnivoro, oggi purtroppo estinto, che venne catturato in questa regione nel 1933.
Fonte: meteoweb.eu
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