Il “Gioiello di Middleham” è una preziosa opera di oreficeria medioevale inglese, l’unico del suo genere mai ritrovato.
Non si tratta solo di un gioiello, ma di un oggetto con valenze religiose e scaramantiche.
Il suo ritrovamento avvenne casualmente nel 1985, grazie all’uso di un metal detector, nei pressi del Castello di Middleham (Yorkshire), dove trascorse l’infanzia Riccardo III.
La preziosità del gioiello, oltre che dallo zaffiro blu, è data dalle incisioni che occupano sia la parte anteriore che quella posteriore della losanga in oro.
Lo zaffiro blu, colore associato alla Madonna, così come la scena della natività, costituisce probabilmente un omaggio a Maria, e forse il pendente veniva indossato con la funzione di aiuto al parto. Alla pietra preziosa erano comunque attribuite anche altre proprietà medicinali, come generica protezione dalle malattie, e in particolare da ulcere, problemi con la vista, mal di testa e balbuzie.
Quasi certamente la losanga in oro era ulteriormente impreziosita da una fila esterna di perle, e forse decorata con smalti colorati.
Il supporto dello zaffiro può rappresentare il cerchio del sole, ma può anche essere un rimando alla lettera ‘O’, l’omega greco che simboleggia la fine, il completamento delle cose.
Sul lato frontale è raffigurata una scena della Trinità, tra cui la crocifissione di Gesù, e un’iscrizione con la frase “Che l’agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo abbia pietà di noi”.
Seguono poi due parole ritenute ‘magiche’, Tetragrammaton e Ananizapta: quest’ultimo termine serviva a proteggere le persone dall’epilessia e dall’ubriachezza.
Sul retro del gioiello c’è un’incisione della Natività, circondata da quindici santi, non tutti identificabili, ma tra i quali si può riconoscere San Giorgio, San Pietro, Sant’Anna e altri meno conosciuti.
Questo tipo di gioiello si può vedere in diversi dipinti che ritraggono nobildonne del XV secolo, ma è l’unico pendente di questo tipo che sia mai stato ritrovato.
La preziosa losanga risale all’incirca al 1475, e si suppone, proprio per la scena della Natività, che appartenesse a una donna di fede, che forse non era in grado di avere figli.
Tra le probabili proprietarie del gioiello si possono considerare le parenti stretti di Riccardo III: sia la moglie Anne Neville, sia la madre Cecily Nevile, ma in alternativa anche la suocera, Anne Beauchamp, sicuramente presente al castello nel 1473.
Il gioiello, che nel 1986 venne battuto ad un’asta da Sotheby per una cifra vicina al milione e mezzo di sterline, fu dichiarato inesportabile, e quindi acquistato, grazie a una raccolta fondi, dallo Yorkshire Museum, che nel 1992 riuscì a raggranellare 2,5 milioni di sterline per accaparrarsi questo prezioso cimelio risalente a quella lontana epoca in cui anche le guerre avevano nomi gentili: Riccardo III morì, nel 1485, nella battaglia che pose fine alla Guerra delle due Rose.
In realtà il nome non si deve certo al profumato fiore, ma ai simboli araldici delle due casate in lotta.
Fonte: vanillamagazine.it
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