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domenica 24 maggio 2020

Il muro della gelosia in Irlanda: l’ultima “follia” di un conte maledetto


Sembra una favola antica, di quelle che cominciano con “C’era una volta”, ma la storia di Mary Molesworth (1720 – …), del marito e di suo fratello non ha un lieto fine, ed è tutt’altro che inventata. Robert (1708-1774) fu un marito crudele, soprannominato il “conte maledetto”, che accusò la giovane moglie Mary di adulterio, consumato per di più con uno dei suoi fratelli.
 Quest’ultimo fuggì dal paese, mentre la sfortunata sposa, costretta ad una falsa ammissione di colpa, venne reclusa per oltre trent’anni nel tetro castello del nobile marito. 

Nel frattempo, il conte costruì un’amena dimora per sé e per i figli, oggi conosciuta come “Belvedere House and Gardens” circondata da un meraviglioso paesaggio. 
Quando un’altro dei suoi fratelli costruì una villa ancora più lussuosa della sua, a poca distanza, l’invidioso nobiluomo fece erigere un muro, per togliergli il piacere di una bella vista.


Alla morte del malvagio signore, i figli di Mary la liberarono, ma la donna aveva ormai perduto la ragione, e si ritirò in Francia, per vivere da eremita. 

Questa storia potrebbe apparire come una delle tante favole lugubri che circolarono con varie versione dal tardo medioevo in poi, ma in realtà la povera Mary e il “conte maledetto” sono personaggi di una vicenda reale, che si svolse in Irlanda nel 18° secolo.


Mary Molesworth aveva appena 16 anni quando sposò Robert Rochfort, primo Conte di Belvedere, dopo la morte della sua prima moglie. 
Nonostante i quattro figli nati dal secondo matrimonio, Rochfort continuò a mantenere uno stile di vita da scapolo, lasciando spesso sola la giovane sposa nella dimora di Gaulstown.


 Cominciarono a circolare delle voci, forse messe in giro da George Rochfort (un altro fratello), che tra Mary e Arthur ci fosse una relazione adulterina. 
Robert tentò di uccidere il fratello traditore, che riuscì a fuggire in Inghilterra, e poi affrontò la moglie, che non trovò aiuto nemmeno nel padre. 

 Il Conte portò la vicenda in tribunale: il fratello Arthur fu condannato, per l’adulterio, al pagamento di una multa di 20 mila sterline (cifra esorbitante per l’epoca), mentre Mary fu riconsegnata al marito, perché ne facesse “ciò che voleva”. 


Rochfort la fece rinchiudere in una stanza del castello di Gaulstown, in un regime di totale isolamento: non le fu concesso di vedere i figli, i servitori avevano l’ordine di non parlarle, e poteva uscire dalla sua stanza, previo consenso del marito, solo in casi eccezionali e sempre preceduta da uno degli sgherri del conte. Dopo quindici anni di questa tristissima vita, Mary riuscì ad organizzare, con l’aiuto di un cocchiere, una fuga a Dublino, dove doveva incontrarsi con Arthur, per poi fuggire insieme in Francia. 

I due cognati non ebbero fortuna: Arthur fu catturato e gettato in prigione, dove rimase fino alla morte, perché non poteva pagare le duemila sterline di multa, mentre Mary fu riportata a Gaulstown, dove cominciò a dare i primi segni di squilibrio: si aggirava per la galleria dei quadri, parlando con i ritratti come se fossero persone vere.


Nel frattempo, intorno al 1740, Robert Rochfort aveva fatto costruire la Belvedere House, un lussuoso rifugio di caccia, corredato in seguito da un’imponente “follia neogotica”: il muro della gelosia.


George Rochefort, il cognato che aveva accusato Mary, aveva costruito nella tenuta la sua dimora, Tudenham House, una costruzione ancora più bella e grande di Villa Belvedere.

 Robert ne fu così geloso, da far costruire un gigantesco muro, che doveva assomigliare ad un’abbazia in rovina, per impedire la vista tra le due case. 

 Robert morì nel 1774, non si sa se di morte naturale o violenta: fu trovato nella sua tenuta con il cranio fracassato, forse per una caduta, o forse per la vendetta di qualcuno cui aveva fatto un torto… 

 Immediatamente il figlio primogenito di Mary, George, fece liberare la madre, che espresse il desiderio, poi esaudito, di far demolire la casa in cui era stata così a lungo confinata. 
La donna, che a 54 anni sembrava una vecchia decrepita, dopo aver trascorso qualche tempo con la figlia, pare si sia ritirata in un convento in Francia, per vivere in eremitaggio. 

 Oggi, Belvedere House è una meta turistica molto conosciuta, forse per la sua triste storia, o forse per l’incredibile “muro della gelosia”, una delle “follie” architettoniche più celebri dell’Irlanda. 

 Fonte: vanillamagazine.it

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