mercoledì 12 febbraio 2020
Karma: cos’è e come funziona la legge karmica
Il termine “Karma” al giorno d’oggi è spesso usato con leggerezza e scarsa comprensione della sua profondità.
Molte persone affermano “è il mio karma”, riferendosi ad eventi fortunati o sfortunati nelle loro vite.
Tuttavia quest’accezione non potrebbe essere più lontana dalla realtà: l’uso della frase “è il mio karma” suggerisce vittimismo e passività, mentre il Karma è esattamente l’opposto.
Le buone azioni sono ciò che la società moderna ci insegna a fare, di tanto in tanto o periodicamente, quando vogliamo sentirci in pace col mondo o con il prossimo.
A Natale si fa volontariato, si dona ciò che non si usa più, si lascia qualche spicciolo ad un senzatetto incrociato per strada, si danno indicazioni ad uno straniero anche se si fa fatica a comunicare. Tutti questi gesti, grandi e piccoli, sono ciò che viene comunemente definito una “buona azione”.
Ma una buona azione è davvero il semplice gesto di aiutare chi ne ha bisogno in quel momento e poi andarsene a casa?
In India la maggior parte delle religioni e delle filosofie danno a questo concetto della “buona azione” il nome di Karma.
Il termine è un’occidentalizzazione della parola sanscrita “Karman” ( कर्मन् ) , che si può tradurre approssimativamente in “azione”.
Quello che per noi rappresenta un semplice gesto (positivo o negativo che sia), per i seguaci di queste filosofie o religioni è un concetto molto più profondo: il Karma è il principio di azione e reazione, di giusta legge universale, poiché ogni nostra azione coinvolge altri esseri viventi e questo porta a delle conseguenze che, presto o tardi, si ripercuoteranno su di noi.
Per questo motivo buddisti e induisti cercano sempre di agire secondo questa legge, poiché non solo influenza la loro vita attuale, ma ha ripercussioni anche nel ciclo della reincarnazione in cui credono fermamente e che è inscindibile dal Karma stesso, in quanto è la legge universale che lo regola.
Davanti a queste credenze il nostro concetto di “buona azione” perde il suo potere di appagamento momentaneo in favore di una filosofia di vita molto più spirituale.
Ma dove nasce esattamente il concetto di Karma?
Il termine Karma e la sua concezione risalgono a circa l’ottavo secolo a.C. e sono menzionati nelle Upaniṣad, un insieme di testi e riflessioni religiose e filosofiche indiane trasmesse solo per via orale.
Oggi è un concetto molto centrale nel Buddhismo e nell’Induismo poiché al centro della credenza cardine di queste religioni: la reincarnazione.
Il suo significato etimologico significa “fare, causare”, da qui il motivo per cui viene considerato come una legge.
Tratto da : meditazionezen.it
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