Un villaggio autosufficiente racchiuso in un'unica costruzione cilindrica fatta di terra e fango.
Sono questi i Tulou, delle «fortezze» create dal popolo Hakka nella Cina meridionale, sopravvissute a secoli di intemperie.
Così preziosi e «unici» da esser entrati tra i Patrimoni dell'umanità protetti dall'Unesco.
Stiamo parlando di 46 edifici costruiti tra il tredicesimo e il ventesimo secolo nella provincia del Fujian, nell'entroterra di Taiwan, incastonati tra piantagioni di riso, tè e tabacco.
La loro pianta circolare, in alcuni casi quadrata, custodisce all'interno una corte comune su cui si affacciano centinaia di abitazioni.
Insomma, un esempio eccezionale d'insediamento umano in grado di ospitare interi «clan», composti anche da 800 persone.
Da fuori potrebbe sembrare un'unica struttura spoglia, con una sola porta di ingresso e una serie di finestre disposte solo nella parte alta della facciata.
Ma le alte mura di fango fortificate, spesse anche sei metri, celano un'architettura elaborata, in alcuni casi finemente decorata.
Un villaggio in armonia con l'ambiente circostante, anche detto «piccolo regno per la famiglia», ancora oggi in uso.
C'è chi definisce i Tulou un esempio di democrazia: possono ospitare clan anche allargati, tutti in unità abitative identiche, senza alcuna distinzione di rango tra le famiglie.
Gli spazi comuni, come il pozzo, i bagni, il lavatoio e i terreni agricoli circostanti sono condivisi dall’intera comunità e ognuno ha un compito preciso per mandare avanti il villaggio, che era in grado di resistere anche ad un lungo assedio.
Uno dei più particolari è il Chengqilou Tulou, nel villaggio di Gaobei, formato da quattro anelli concentrici attorno a un piccolo cortile rettangolare.
Fonte: lastampa.it
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