Gli uomini moderni sono il risultato di un lungo processo di evoluzione, di estinzioni e di migrazioni.
Per questa ragione le specie estinte appartenenti al nostro genere, Homo, sono molte, e nuove scoperte ne aumentano il catalogo. L’ultima specie trovata e descritta è del sud-est asiatico, sull’isola di Luzon (Filippine), ed è stata per questo chiamata uomo di Luzon (Homo luzonensis).
L’articolo, pubblicato su Nature, spiega come un gruppo di studiosi dell'Università delle Filippine siano riusciti, con un lavoro durato anni, a estrarre dalla grotta di Callao, sull'isola di Luzon - nel nord dell'arcipelago delle Filippine - alcuni resti fossili (denti, femori e ossa del piede) che raccontano una storia complessa e ancora tutta da chiarire.
Lo studio delle ossa ha permesso di dedurre le misure corporeee dell’uomo di Luzon, che doveva essere alto un po’ meno di un metro, più o meno come un’altra specie di uomo, l'H. floresiensis, che abitava un’isola più a sud, Flores, in Indonesia.
Poco altro si può ricavare dai fossili, se non che i denti avevano una struttura molto particolare (vedi sotto); si aspetta quindi di ritrovare altre ossa per chiarire meglio l’aspetto della nuova specie.
Quello che si sa, per esempio, è che probabilmente questi uomini erano in grado di cacciare: in un'altra grotta sono state infatti ritrovate le ossa di un rinoceronte macellato.
Molto più interessante è invece l’età dei fossili, datate da 50.000 a 67.000 anni fa.
È stato, quello, un periodo particolarmente affollato di uomini, e si pensa che la specie fosse contemporanea di molti altri ominidi appartenenti al genere Homo.
Per esempio Homo sapiens, l’uomo di Neanderthal, l’uomo di Denisova e, appunto, Homo floresiensis.
Da dove deriva questa specie?
Le sue origini risalgono probabilmente molto indietro nel tempo: accanto al rinoceronte macellato sono infatti stati trovati strumenti di pietra che risalgono addirittura a 700.000 anni fa, un periodo dieci volte quello dei fossili.
Quindi significa che una specie di uomo era presente nella zona molto tempo prima - forse un uomo da cui è poi derivato l'uomo di Luzon.
Fino a qualche tempo fa si pensava che il precedente inquilino di quella regione fosse l'Homo erectus, che uscì dall’Africa in un momento compreso tra 1,5 e 2 milioni di anni fa.
La ricostruzione convenzionale dice quindi che sia l'Homo floresiensis, sia l'Homo luzonensis siano derivati dall'Homo erectus, che, nel suo vagabondare fuori dall’Africa e verso l’Asia, avrebbe “lasciato” alcune popolazioni isolate, che a loro volta hanno dato origine a specie diverse, che sulle isole divennero molto più piccole.
Non tutti sono però convinti che la storia sia così semplice.
Il fatto, per esempio, che in Cina siano stati trovati strumenti di pietra datati almeno 2,1 milioni di anni (quindi prima dell’uscita dall’Africa dell'H. erectus) lascia pensare che forse le migrazioni fuori dalla “culla dell’umanità” siano iniziate anche prima, magari con un’altra specie.
I denti dell'Homo luzonensis sono un altro punto controverso.
In confronto ai molari di altri ominidi, sono sorprendentemente piccoli, mentre per altri parametri somigliano ai nostri, o a quelli di H. erectus o addirittura a quelli del Paranthropus, un nostro lontanissimo cugino dalla corporatura robusta e denti molto grandi, nato e scomparso in Africa.
A questo si aggiunge che le ossa del piede dell’uomo di Luzon sono simili addirittura a quelle degli australopitechi, antenati degli uomini moderni appartenenti a un altro genere (appunto, Australopithecus), separato da quest’uomo da almeno 2 milioni di anni di evoluzione.
Tutte assieme, sono strane combinazioni che non chiariscono (anzi!) la posizione evolutiva di questa specie.
Come dice sulla rivista Nature il paleoantropologo canadese Matthew Tocheri, «la nostra immagine dell'evoluzione degli ominidi in Asia durante il Pleistocene è diventata ancora più disordinata, complicata e molto più interessante».
Fonte: focus.it
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