Per la prima volta è stata scavata una parte dell’antica città greca di Tenea, vicino a Corinto.
Gli archeologi hanno trovato i resti di alcune abitazioni e sette nuove tombe datate dal 300 a.C. al 400 d.C., piene di reperti, gioielli e monete ellenistiche e romane.
Gli studiosi conoscono la posizione generale di Tenea almeno dal XIX secolo – vicino all’odierno villaggio di Chiliomodi – ma finora gli scavi avevano interessato solo il cimitero fuori dalla città. La campagna archeologica di quest’anno si è concentrata su due siti principali: un cimitero di epoca ellenistica e romana, e la zona residenziale identificata come l’antica Tenea.
«Tenea è menzionata nei testi di autori antichi come Strabone e Pausania e nei testi di alcuni autori più recenti.
Alcune iscrizioni menzionano gli atleti di Tenea, ma in genere non si sa molto di questa antica città», ha spiegato Elena Korka, direttrice degli scavi, a National Geographic.
Tenea è anche il luogo dove il re di Corinto Polibo crebbe il giovane Edipo, protagonista del celebre mito, prima che questi affrontasse la sfinge e avverasse le profezie dell’oracolo di Delfi.
Lo storico greco Pausania scrisse nel II secolo d.C. che gli abitanti di Tenea si ritenevano discendenti dei Troiani, catturati dai Greci durante la guerra e lì deportati.
La città chiamata Tenea è lontana al più sessanta stadi (da Corinto). Il popolo che l’abita dice essere Troiano di origine, i quali furono fatti prigionieri dai Greci e da Tenedo furono portati là, dove fu loro concesso di restare da Agamennone.
Per questa ragione, tra gli dèi onorano specialmente Apollo.
Pausania, Descrizione della Grecia (2.5.4)
«Siamo sicuri che sia Tenea perché abbiamo trovato i resti di edifici elaborati, estesi e diacronici. Sappiamo che sono abitazioni grazie a un tubo d’argilla che portava l’acqua.
Abbiamo anche trovato sepolture infantili in una stanza (sotto le fondazioni dei muri), un magazzino e oltre 200 monete di periodi diversi», spiega Korka.
Gli scavi hanno scoperto sette nuove tombe (i cui resti scheletrici appartengono a due uomini, cinque donne e due bambini), tre ellenistiche e quattro romane.
Al loro interno vi erano ancora le offerte funebri: vasi, gioielli in osso, in bronzo e in oro, e anche le prime monete della Corinto romana (44-40 a.C.).
Spiccano in particolare una lucerna romana con la rappresentazione di Igea, la dea della salute e dell’igiene, e un anello romano di ferro con l’immagine del dio Serapide seduto su un trono e il cane Cerbero ai suoi piedi.
L’analisi dei resti archeologici suggerisce che Tenea ebbe una crescita economica durante il regno dell’imperatore romano Settimio Severo (193-211 d.C.).
La prosperità di Tenea, tuttavia, durò fino al IV secolo, quando il numero di manufatti sembra diminuire.
Tenea venne colpita dalle incursioni del re dei Visigoti Alarico tra il 396 e il 397 d.C., e durante il VI secolo sembra essere stata abbandonata.
Fonte: ilfattostorico
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