Gli scavi archeologici di Pompei non cessano di deliziare e stupire fin da quando, verso la fine del XVIII secolo, si scoprì che l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., insieme a morte e distruzione, aveva anche dato vita ad un piccolo miracolo.
La colata di lava e lapilli aveva ucciso centinaia di persone e devastato quella che fino a poco prima era stata una prospera cittadina di mare. Allo stesso tempo, aveva ricoperto e conservato tutto perfettamente immobile nel tempo, pronto ad essere riscoperto negli anni successivi.
Sono passati dei secoli, in realtà, prima che Pompei potesse tornare, poco alla volta, alla luce.
La maggior parte di quello che sappiamo dello stile di vita e delle abitudini quotidiane degli antichi abitanti dell'Impero Romano lo dobbiamo ai ritrovamenti fatti a Pompei.
Tanto è stato portato alla luce e tanto ancora resta invece da scoprire.
Gli scavi in realtà non cessano mai, e il lavoro degli archeologi ha portato ad una nuova scoperta che è stata mostrata in anteprima all'Ansa.
Le foto della villa che si sta liberando dai detriti, e che sono state diffuse in rete, hanno dell'incredibile.
Anche se Pompei ci ha abituati ai suoi splendidi affreschi, la magnificenza del larario che è stato rinvenuto non ha davvero paragoni.
Il larario era una zona sacra della casa degli antichi romani.
Qui venivano venerate le divinità familiari, i cari defunti, le anime degli antenati.
In questa casa, sicuramente appartenuta ad un uomo molto ricco, il larario è un Giardino Incantato.
Sulle pareti spiccano animali esotici dipinti con un realismo impressionante.
Due grandi serpenti dorati sono segno di buon augurio; un pavone dalle piume colorate sembra passeggiare davvero tra i vialetti del giardino.
Poi si scorgono pantere, cinghiali, uccelli in volo, e persino un uomo con la testa di cane.
La raffinatezza di questi affreschi ha lasciato senza fiato persino Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei. Osanna ha sottolineato come vi siano in queste stanze affrescate delle peculiarità che le rendono assolutamente uniche rispetto a qualunque altra cosa sia stata ritrovata in passato a Pompei.
Il particolare più commovente è la presenza di una piccola ara in terracotta su cui sono stati bruciati dei doni sacrificali. Probabilmente l'ultimo gesto degli abitanti della casa per salvarsi dall'eruzione.
Una finestra ostruita dai detriti ci racconta che purtroppo non ce la fecero.
Fonte: blastingnews.com
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