martedì 18 settembre 2018
Nuove scoperte al Tempio di Kom Ombo: tornano alla luce una sfinge e due stele
L’area archeologica di Kom Ombo continua a regalare sorprese!
Durante i consueti lavori per la riduzione delle acque della falda freatica che scorre sotto il Tempio di Kom Ombo, ad Assan, la missione archeologica egiziana ha portato alla luce una sfinge in pietra arenaria.
La sfinge, probabilmente risalente al Periodo Tolemaico, sarà oggetto di approfonditi studi da parte della missione archeologica con la speranza di avere presto maggiori informazioni su di essa.
La figura leonina con testa umana è stata trovata nel lato sud-orientale del tempio di Kom Ombo, ovvero nella stessa area in cui circa due mesi fa erano state scoperte due stele in arenaria risalenti al regno di Tolomeo V.
In merito alle due stele recentemente trovate è da evidenziare che a seguito degli studi eseguiti nei laboratori del NMEC (National Museum of Egyptian Civilization) ubicato a Fustat, nella vecchia Cairo, le epigrafi incise sia in geroglifico che in demotico hanno permesso di identificare con maggiore chiarezza il periodo storico a cui risalivano.
Infatti, le stele in un primo momento erano state erroneamente attribuite al regno di Tolomeo XII Aulete (80-51 a.C.), quando una più attenta lettura dei segni ha permesso di stabilire che il documento era stato redatto nell’anno 23 del regno di Tolomeo V, ovvero nel 182 a.C.
La prima stele ha una lunghezza di 2,53 m per una larghezza di 1 m e uno spessore di 24 cm.
Sulla lunetta sormontata dal disco solare alato vi è rappresentato Tolomeo V nell’atto di colpire con una mazza un prigioniero bloccato con l’altra mano, il tutto alla presenza di sua moglie Cleopatra I, di sua figlia e della triade venerata nel tempio di Kom Ombo; mentre l’iscrizione è composta da 29 righe di testo in scrittura geroglifica.
La seconda stele, molto simile alla prima per rappresentazione, misura 2,80 m x 1,20 m con uno spessore di 35 cm.
Qui vediamo Tolomeo V compiere lo stesso gesto rituale di colpire i suoi nemici, ma è accanto ad altre due figure femminili. L’iscrizione vede incisi due testi: uno è di 34 linee in geroglifico e l’altro è composto da 33 linee di demotico.
Le due stele andranno presto ad arricchire la collezione egizia esposta al museo della civiltà egiziana.
Fonte: mediterraneoantico.it
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento