Fuoriuscita di petrolio in mare in Grecia, davanti alle coste di Salamina.
Il disastro ambientale è dovuto all'affondamento di una petroliera, la Aghia Zoni II avvenuto lo scorso sabato al largo dell'isola di Salamina.
La costa che si estende da Kinosoura alla comunità di Selinia è "diventata nera" e le autorità temono altre perdite dalla nave affondata.
Molte spiagge che si affacciano nel Golfo Saronico sono state vietate ai bagnanti per scongiurare rischi per la salute pubblica.
La vecchia petroliera, dopo 45 anni di lavoro, ha sversato petrolio in mare destando grande preoccupazione visto che trasportava 2200 tonnellate di olio combustibile e 370 tonnellate di gasolio.
Secondo il sindaco dell'isola, Isidora Papathanasiou si tratta di un enorme disastro ambientale e finanziario: “Tutta la costa orientale dell'isola è coperta di greggio. L'odore è intenso”.
L'Aghia Zoni II ha imbarcato acqua mentre si trovava ancorata ed è affondata alle 14.45 di sabato.
Le due persone a bordo sono state salvate da una nave che si trovava nelle vicinanze e sono state portate a riva, per poi essere soccorse all'ospedale Tzaneio del Pireo.
E quella che era stato considerata una fuoriuscita contenuta si è rivelata un disastro ambientale dopo che il petrolio si è spostato verso le zone costiere residenziali.
Non sono mancate le polemiche.
La fuoriuscita è stata sottovalutata, lo sversamento era più grave di quanto stimato e di conseguenza anche le operazioni di pulizia sono state minimizzate.
Ad aggravare la situazione anche le correnti marine, che hanno spinto a riva il petrolio.
Ci vorranno ben più dei 20 giorni inizialmente stimati per ripulire tutto. Le operazioni di pulizia dureranno circa 4 mesi.
Nel sobborgo di Atene di Glyfada, dove sono state create delle dighe galleggianti per frenare la fuoriuscita, il sindaco Giorgos Papanikolaou ha dichiarato che sono state rimosse 28 tonnellate di carburante da una sola spiaggia.
Le immagini delle tartarughe e degli uccelli morti dicono tutto. Ci vorranno anni prima che l'area interessata sia completamente recuperata.
A Salamína, il centro più colpito dal disastro, le imprese costiere sono state costrette a chiudere.
Dimitris Karavellas, capo del WWF Grecia, ha spiegato: “Quello che è chiaro è che questo non è un incidente piccolo. È un crimine ambientale, il peggiore e le autorità sono totalmente impreparate. È molto importante che sia stabilito un precedente, che i responsabili siano ritenuti responsabili, che vengano pagati i danni”.
Secondo le associazioni ambientaliste greche il disastro ha evidenziato i pericoli che sottendono alla sfruttamento petrolifero della Grecia: “Se le autorità non riescono a gestire un incidente relativamente controllato al di fuori del porto più grande del paese, è difficile immaginare cosa accadrebbe con un incidente più grave su una piattaforma petrolifera”, ha detto Karavellas.
Il futuro della Grecia, così come quello dell'Italia, non può e non deve dipendere dal petrolio.
Francesca Mancuso
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