Ha ispirato Sir Arthur Conan Doyle a scrivere il suo romanzo The lost world, nel 1912, e guardando queste foto si può intuire il perché.
Il Roraima, Mãe dos Ventos, è una terra dai contrasti spettacolari, dove la natura domina incontrastata tra i monti, i fiumi e le foreste dell'Amazzonia.
Questo monte piatto, con le pareti a strapiombo, geologicamente viene definito tepui e sulla sua sommità, a 2800 metri d'altezza, s'incontrano i confini di Venezuela, Brasile e Guyana.
La sua cima spesso è circondata dalle nuvole, il che rende ancora più suggestivo e magico il paesaggio.
Ancora oggi la superficie dei tepui non è stata completamente esplorata: è estremamente difficile raggiungere certe zone a causa dei ripidi sentieri che bisogna percorrere ma anche per le forti piogge tropicali che imperversano quasi tutti i giorni.
E anche se potrebbe sembrare «piatto», in realtà l'altopiano è un labirinto di rocce con innumerevoli gole, profonde anche centinaia di metri.
Un territorio unico nel suo genere, quasi isolato dal tempo e dal resto del mondo, su cui sono state rinvenute piante carnivore e altre specie vegetali e animali (come delle minuscole rane nere vertebrate) che altrove non esistono, probabilmente perché estinte da tempo.
Il monte Roraima è il più alto della catena Pakaraima degli altipiani dell'America Latina e le sue formazioni rocciose sono considerate fra le più antiche della Terra, risalenti a due miliardi di anni fa, al periodo Precambriano.
Il punto più alto è la Roccia Maverick: si trova a 2810 metri di quota ed è protetta da delle scogliere alte 400 metri.
Insomma, un luogo che va oltre l'immaginazione, tanto da aver alimentato nei secoli decine di storie e leggende.
Nel racconto di Doyle i primi esploratori ad aver messo piede sulla cima del Roraima si sono trovati davanti i dinosauri.
Secondo gli Indios, invece, nell’antichità al posto dell'altopiano c'era un'enorme pianura con grandi distese di acqua, ricoperta da una rigogliosa foresta, ricca di flora e fauna… un paradiso terrestre, scelto dagli Dei per abitarci.
Non a caso tepui significa proprio «Casa degli Dei».
Fonte: lastampa.it
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