venerdì 22 aprile 2016
La Spada nella Roccia di San Galgano
Il mito arturiano rivive in Italia, nell’abbazia di San Galgano, situata in provincia di Siena, nel comune di Chiusdino, risalente al 1218.
Si tratta di un’imponente struttura che emana una profonda sacralità e senso d’isolamento.
L’abbazia, priva di copertura, raggiunse sino al XIV secolo, anche grazie al sostegno economico di Federico II, noto alchimista e ricercatore del Graal, una ricchezza ed un rispetto notevole, tale da essere contesa tra il Papato e la Repubblica di Siena ma purtroppo, dopo tanto splendore, avvenne una grande decadenza, e fu persino adibita a magazzino di materiali edili e trasformata nel rudere che è oggi.
Proprio in questo luogo, dal fascino sempre vivo, si trova un’antica spada, conficcata saldamente in una roccia, proprio come la mitica Excalibur di re Artù, che ha davvero molto di leggendario, la cui storia è legata al destino di Galgano Guidotti, giovane dissoluto vissuto nel XII, poi divenuto San Galgano.
Sappiamo che il suo processo di canonizzazione, svoltosi a Montesiepi dal 4 al 7 agosto 1185, 4 anni dopo la morte del sant’uomo, fu presieduto dal Cardinale-Vescovo di Santa Sabina, Konrad von Wittelsbach, il quale, in qualità di legato papale, ascoltò la deposizione di 20 testimoni, tra cui la madre stessa di Galgano e gli eremiti che lo avevano conosciuto.
San Galgano nacque a Chiusdino nel 1148 da un nobile del luogo, Guido, e da Dionisia.
Forse apparteneva alla famiglia dei conti Gherardeschi o a quella dei Pannocchieschi.
Il nome “Galgano”, sebbene possa richiamare alla mente il nome di Galvano, uno dei cavalieri della Tavola Rotonda, era abbastanza diffuso nella Toscana del Medio Evo e persino uno dei più importanti vescovi di Volterra del XII secolo si chiamava Galgano Pannocchieschi.
A causa dell’agiatezza e della vanità, Galgano ebbe un carattere pomposo ed altero, sino a che, nel 1179, trovandosi a Siena, in un negozio di panni di lana, addormentatosi accidentalmente, gli apparve in sonno l’angelo Michele e sua madre, cui l’angelo chiese di arruolare il figlio nella corte celeste , rapendolo con sé.
In un altro sogno, a Galgano apparve nuovamente l’angelo Michele che gli ingiunse di seguirlo su un monte, dove, in una cappella rotonda , Gesù, Maria e gli Apostoli lo indirizzarono alla vita eremitica.
Galgano si pose allora sotto la guida spirituale dei monaci di Malavalle, in Maremma, che lo invitarono a maturare il convincimento di ritirarsi in solitudine. Sua madre, opponendosi, tentò di distoglierlo da questa intenzione, facendolo fidanzare con Pollisena, una fanciulla di Civitella, in Maremma.
Recatosi a conoscerla, verso i primi dei dicembre del 1180, l’arcangelo Michele gli sbarrò dolcemente la strada, prese le briglie del cavallo e lo accompagnò sul colle di Montesiepi, che il giovane scelse quale propria Tebaide.
Come segno di rinuncia perpetua alla guerra, Galgano conficcò la sua spada di cavaliere nel terreno; gesto che per i cavalieri del Medioevo aveva un alto significato spirituale: la spada capovolta, infatti, ricordava la croce.
Un posto altamente suggestivo, quello dell’abbazia di San Galgano.. spettacolare di sera, in cui ci si perde sotto la copertura di un cielo stellato.
Fonte: meteoweb.eu
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