Le due tombe appartengono a sacerdoti dell’epoca di Pepi II (2240-2150 B.C).
Il ritrovamento è avvenuto grazie alla spedizione archeologica dell’IFAO (Institut Français d’archéologie Orientale), diretta dall’egittologo Vassil Dobrev.
In entrambe le tombe vi sono scene e liste di offerte rituali, tra cui i cosiddetti sette oli sacri usati durante la cerimonia di apertura della bocca, un rito funerario che garantiva al defunto la vita eterna.
La tomba di Ankhti
La tomba di Sabi
La prima tomba appartiene a un sacerdote chiamato “Ankhti”, dove è stato trovato un pozzo funerario profondo 12 metri, mentre nella seconda tomba, di un altro sacerdote di nome “Sabi”, il pozzo era profondo 6 metri.
In entrambe le camere sepolcrali i resti umani sono stati trovati sparsi, segno di saccheggio e devastazione durante la VII o l’VIII dinastia.
Sono comunque stati recuperati alcuni vasi di alabastro, oltre ad altre offerte in ceramica.
Dobrev, direttore della missione, ha detto che la parte superiore delle tombe era stata costruita con mattoni di fango, mentre le camere sepolcrali erano state tagliate nel sostrato roccioso. L’egittologo, grande conoscitore della zona, scava da anni a Tabbet al-Guesh, alla ricerca della piramide perduta del misterioso faraone Userkare.
Fonte: http://ilfattostorico.com
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