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mercoledì 1 aprile 2015

Nel cuore di Roma tornano alla luce altri 80 metri di mura aureliane


Fatte costruire dall’imperatore Aureliano per difendere la città di Roma dalle incursioni barbare, sono ancora in parte ben visibili. Quello che ha sorpreso gli archeologi è la riscoperta di un tratto di cinta muraria che si considerava perduto per via della posizione centrale, a pochi passi dalla Basilica di San Giovanni, cattedrale di Roma.
 Non solo mura, anche due torri, feritoie per arcieri e pitture medievali.
 Sì, perché come spesso accadde nelle antiche città romane, i monumenti finirono per integrarsi con le nuove costruzioni, oppure come nel caso del Colosseo, i materiali depredati per costruire nuovi edifici.
 Emerge infatti un complesso sistema idraulico del seicento, oltre alle migliorie apportate in seguito all’invenzione della polvere da sparo.

 Dal lato esterno le mura sono state modificate per renderle più resistenti, opera realizzata sempre nel 1600, mentre nel lato interno sono ancora ben visibili i tratti romanici.
 La sepoltura del luogo ha inoltre permesso alle mura di conservarsi più facilmente, senza subire il degrado dovuto allo smog e agli agenti atmosferici. 
Ma perché questo tratto delle mura è rimasto sepolto? 
A differenza di altri tratti, la zona fu interessata dai lavori per la ricostruzione della facciata della basilica, e la zona venne pesantemente modificata; per questo infatti le mura si trovano diversi metri sotto il livello di camminamento. 

 Ora che sono state riscoperte dovranno essere apportate delle modifiche ai lavori della metropolitana C, un’infrastruttura in corso di costruzione e il cui tracciato si interseca per forza di cose con i resti dell’antica Roma.
 Il sogno della sopraintendenza è quello di poter costruire in futuro, fondi permettendo, un’ampia zona visitabile  che si colleghi con le altre zone d’interesse archeologico adiacenti. 

 Stefano Borroni

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